Uno spritz con La Tempesta Gentile eccezionale formazione, vita e curiosità partendo da Esplorazione

Uno spritz con La Tempesta Gentile eccezionale formazione, vita e curiosità partendo da Esplorazione

Straordinaria intervista oggi alla band La Tempesta Gentile, formazione poliedrica che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Esplorazione, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista alla band La Tempesta Gentile, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita dei componenti, la formazione La Tempesta Gentile si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band La Tempesta Gentile!

Com’è nata la vostra la passione per la musica?

Per entrambi è stata una pulsione naturale, alimentata dai nostri genitori, appassionati di musica, da musicisti a collezionisti di vinili. Nelle nostre case quindi fin da bambini girava tanta musica, e crescendo la passione è aumentata sempre di più.

Descrivete “La Tempesta Gentile” e i suoi pregi e i suoi difetti

Certamente, siamo La Tempesta Gentile, veniamo da Reggio Emilia, e siamo un duo composto da Luca Canei (voce e basso) e Giovanni Artioli (batteria e handpan).

La nostra band è nata nel 2021, e siamo sempre rimasti fedeli alla formazione a duo, senza aggiungere altri musicisti.

Essere una formazione così compatta per noi significa avere dinamiche particolari, sia nella composizione che nell’esecuzione dei nostri pezzi. In partenza è stata una vera e propria sfida.

Ci affidiamo largamente all’effettistica, in primo luogo per lavorare il suono del basso, che viene sdoppiato e mandato ad un amplificatore da basso e ad un amplificatore da chitarra, dopo essere stato trasformato passando per la pedalboard. Una cosa molto simile succede con l’handpan, uno strumento particolare, denso di risonanze e riverberi che si presta molto bene all’aggiunta di effetti.

Il tutto vuole essere la nostra strada per creare un suono personale e riconoscibile, che crediamo possa essere sicuramente un nostro pregio, oltre alla passione e spontaneità che abbiamo messo in tutto il progetto fin dall’inizio. I nostri intenti sono chiari, rileggere a modo nostro un certo tipo di sonorità, soprattutto provenienti da tutta la scena shoegaze, quindi a partire dai primi anni 90, fino ai giorni nostri.

Un difetto può essere sicuramente il fatto che siamo all’esordio, abbiamo ancora poche date sulle spalle, e ci serve un po’ di “palestra” con i live, fra l’altro il nostro obiettivo principale, perchè fin dall’inizio ci consideriamo una live band al 100%. Inoltre, come ogni disco d’esordio che si rispetti, ci può essere qualche fisiologica ingenuità, anche se sicuramente proveniente da un approccio diretto e soprattutto sincero. 

Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Esplorazione?

È nato da un incontro fra ambienti sonori molto diversi fra di loro, una cavalcata post-grunge che può ricordare alcuni episodi dei primi due dischi degli Smashing Pumpkins, e momenti molto più rarefatti, di matrice dream pop. Ne è nato un brano che sicuramente gioca fra contrasti, fra ripartenze e pause improvvise, e il testo ne è stato direttamente ispirato.

Il lavoro è accompagnato da un video?

Sì, disponibile sul nostro canale YouTube. Con il primo video abbiamo voluto essenzialmente mostrare come siamo come band, quindi evidenziare il fatto che tutto quello che si sente nel brano, esce solo da noi due, sfruttando effettistica e loop creati sul momento. Per fare questo ci siamo fatti riprendere direttamente durante le prove nello studio dove abbiamo realizzato il disco, le immagini di noi due costituiscono la base sulla quale sono proiettati diversi layer di immagini evocative. 

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Il 6 aprile, anticipato da un secondo singolo, uscirà l’album intero, dal titolo LTG.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

C’è stata tanta sperimentazione sui suoni, tanto lavoro in sala prove e in studio quindi. La pedalboard dalla quale escono basso e chitarra si è perfezionata man mano che il nostro sound si definiva, e l’handpan, altro elemento molto importante nel nostro sound, pian piano si è fatto strada, diventando elemento caratterizzante di alcuni nuovi brani. È un percorso in divenire, essendo all’esordio come band, il prossimo passo come detto sarà il live, che per noi è fondamentale.

Quali sono le vostre influenze artistiche?

Tutta la scena shoegaze, a partire dalle origini, quindi dai primi anni 90 fino ai giorni nostri. Ma più in generale tutti gli anni 90 sono stati una grande ispirazione per noi, essendo stati un periodo davvero vitale per la musica indipendente, pensando che in pochissimi anni si sono affermate tante nuove scene. Molti dei nostri dischi preferiti indubbiamente vengono da lì.

Quali sono le vostre collaborazioni musicali?

Per ora, essendo all’inizio, l’unica collaborazione continua e duratura è quella fra noi due.

Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?

Come dice il nostro stesso nome, vogliamo proporci come una vera e propria “Tempesta Gentile”, che ti prende ma anziché buttarti in un vortice, ti porta in viaggio. Nella nostra musica, nei nostri testi, ci siamo noi stessi sia come musicisti che come persone.

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?

C’è ancora tanta buona musica per fortuna, il difficile è trovarla, dal momento che ora è tutto disponibile in modo immediato e in quantità spropositata, infinita. Spesso tante realtà davvero valide fanno fatica ad emergere. Non sappiamo tecnicamente che soluzioni potrebbero migliorare il panorama musicale, dovrebbe partire tutto da ogni singolo ascoltatore, senza fermarsi subito a quello che c’è in superficie, ma andando anche più in profondità. La buona musica può essere ovunque e dall’interesse nasce poi tutto, diversamente mancherebbe la base dove poter apportare qualunque cambiamento migliorativo.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

“Senza Nome (Sole)”, che sarà a breve il secondo singolo anticipatore dell’album.

Quali sono i vostri programmi futuri?

I live in primis, e nel frattempo non stare mai fermi e continuare sempre a comporre e a cercare nuove strade.

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