Diego Nicolosi poliartista innamorato della musica e della civiltà

Diego Nicolosi poliartista innamorato della musica e della civiltà

Cantautore e poeta di origini siciliane, pittore e curatore d’arte laureato all’università IULM di Milano alla Facoltà di Arti, Turismo e Mercati, che ha saputo sfruttare le proprie doti artistiche, esperienze accademiche, di vita e di pregiate e stimate collaborazioni per intraprendere un filone musicale unico, ricco di sorprese.

Lui è Diego Nicolosi, artista attualmente impegnato nella promozione del suo più recente lavoro chiamato “Il capitale della mia poesia” nel quale troviamo conferma della natura sensibile, umana, oltre che artistica, della produzione del Nicolosi. Come leggiamo in questa bella e schietta intervista, che il cantautore ci ha molto gentilmente concesso, troviamo una personalità che vuole fare di se stesso strumento di comunicazione musicale e della sua musica strumento di umanità e di cultura. Last but not least, il brano è figo, come è figo il giro di basso! (Personalmente mi ricorda lo stile Maestro Battiato, nel senso di inventiva e senso di continuità di una capacità non scontata di non imbrigliare tematiche e note ma lasciarle libere nel loro fluire, senza perdere di vista la forma e la sostanza)

Raramente ho trovato artisti così solidali e sensibili al mondo dell’arte -paradossalmente-, a tal punto di sacrificare clichè o filoni stilistici consolidati con tematiche sempreverdi, per amore della condivisione e della conoscenza, motivo in più per conoscere più da vicino il Nicolosi, la sua vita e le sue opere.

Com’è nata la passione per la musica?

Sia ascoltando mio padre alla chitarra mentre cantava le sue canzoni, sia durante alcune mie “soste” alla radio.  

Come è stato concepito il singolo “Il capitale della mia poesia”?

Non c’è mai nulla di meditato o di premeditato. È lo stesso contesto nel quale ciascuno di noi vive, nonchè gli accadimenti più vari che, in maniera imprevedibile, mi suggeriscono cose da annotare, come questa canzone.

E com’è nato il suo videoclip?

Durante i mesi più restrittivi del lockdown.
A seguito di ciò, ho dovuto modificare l’intera sceneggiatura nonché gli ambienti delle riprese.

Questo video tuttavia, ha preso forma grazie al testo del brano. Nessuna simmetria, ma è stato importante inventare, anche dal punto di vista dell’immagine, ciò che potesse integrarsi con le questioni enunciate tra una parola e l’altra della canzone.

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Con il Maestro Clemente Ferrari, abbiamo altri brani sui quali lavorare, che andranno a costituire un vero e proprio album. L’augurio, adesso, è quello di poter trovare un supporter discografico che sia interessato a ciò che sto cercando di portare avanti attraverso queste nuove canzoni, ovvero un’altra lettura della vita.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Difficilissimo, preso atto che è constatabile in modo plateale, un imbarbarimento artistico e culturale nel nostro Paese (e non solo) direttamente proporzionale -se faccio solo riferimento all’ambito musicale alla facile tendenza di etichette discografiche, emittenti radiofoniche e talent show televisivi, a puntare tutto sull’immagine: bellezza canora, protagonismo, storia del protagonista, affetti, rimpianti. Tutte cose arcaiche e contro la civiltà.

Quali sono le influenze artistiche?
In musica ho molta stima, per esempio, di Conte, Caparezza, Gazzè.

Quali sono le collaborazioni musicali?

Nel 2010 ho collaborato con il Maestro Valeriano Chiaravalle e con la giornalista Alessandra Carnevali, in occasione del Concorso Nazionale di “Area Sanremo”. Un anno prima e successivamente, ho avuto delle collaborazioni attive con il polistrumentista e arrangiatore Vito Astone. Nel 2019 invece, sono stato chiamato per un lavoro nella città di Milano tramite il compositore Fabrizio Campanelli.


E la collaborazione con Energy Master e il Maestro Clemente Ferrari nel lavoro in promozione?
È stata per me e lo è tuttora, molto importante, sia per il lavoro di precisione svolto dallo studio di Milano sia per l’intervento in musica condotto dal Maestro Ferrari, che ha arricchito il brano in modo determinante, mettendo ancor più in rilievo i messaggi che questa canzone porta con sé.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?

È una parola molto semplice: civiltà.

Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?

Ho partecipato ad alcuni concorsi come il “Premio Poggio Bustone”, “Musica Controcorrente”, “Area Sanremo” e l’esibizione in Piazza Gae Aulenti e in alcuni locali della città di Milano.

Il mio interesse è comunque rivolto non tanto alla performance quanto al lavoro in studio, alla ricerca e, quindi, alla produzione. In questo, l’insegnamento migliore è quello che ho colto da Lucio Battisti.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Della “nuova generazione” intravvedo molto protagonismo, trovo moltissime belle voci, come moltissimi bei visi. I centri estetici lavorano moltissimo. Eppure, la bellezza non basta. E “non salverà il mondo”. Senza il cervello, la bellezza fa come Narciso.
In riferimento al mio itinerario, cerco e mi rivolgo ad altre scritture, ad altri pensieri.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

Due brani quali VALE “LA PENA”?  ( https://youtu.be/ERXJdwnjAaU ) e

e CON LUCE E TEMPO ( https://youtu.be/kC4qcvxvHFQ ).

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Con mille auguri. E spero di cuore che i politici facciano degli sforzi e giungano a qualcosa di intelligente.

Quali sono i programmi futuri?

Per me è come mille viaggi nel pianeta e oltre: poter realizzare il mio album.

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