Quattro chiacchiere col talento puro di okaynevada

Quattro chiacchiere col talento puro di okaynevada

Con grande gioia diamo il benvenuto a okaynevada , artisti poliedrici che ci viziano e seducono con la loro arte. Recentemente impegnati nella promozione del lavoro Je e Te, condividiamo con felicità l’intervista a okaynevada , grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, okaynevada si confideranno con noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a okaynevada !

Ciao ragazzi. Com’è nata vostra la passione per la musica?

Ci piace pensare che un po’ ce l’abbiamo da sempre, ma sicuramente molto hanno giocato le influenze familiari. Ascoltare e capire qual è il proprio mondo è il primo passo per appassionarsi e nelle nostre famiglie la musica è sempre stata la quotidianità.
Dall’impazzire per un pezzo o uno stile o un artista al cercare di emularlo il passo è breve, e quando dalla prima adolescenza (con percorsi chiaramente differenti) l’emulare si è trasformato ed è diventata una ricerca per esprimere le cose in un modo tutto proprio, forse è lì che è nata la fiamma.

Il personaggio può essere una maschera protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro gli okaynevada?

Due ragazzi come tanti che sognano in maniera unica.
Studiamo, leggiamo, ascoltiamo tanta musica.
Parliamo di tutto quello che ci succede, viviamo tutto quello che ci capita, scappiamo da quello che ci fa stare male.
Tra di noi cerchiamo di mostrarci fragili perché è l’unico modo per rimanere in contatto con noi stessi e per essere sinceri quando scriviamo.
E cosa più importante, siamo due osservatori.
Di eventi, piccoli particolari; della quotidianità, dei luoghi, delle immagini. Perché tutto può diventare una canzone. E non vogliamo perderci nulla.

Come è stato concepito il lavoro Je e Te?

È nato tutto dal ritornello in napoletano. Con quello tra le mani è stato facile trovare le parole attorno a tutta la canzone.
La veste produttiva di Nicco ha inoltre dato una svolta rispetto a come era stata ideata in fase di songwriting, ossia molto più acusticheggiante.
Più che concepito, è venuto da sé.

Il singolo anticipa un EP o un Album?

Per ora no, lavoriamo di singolo in singolo.

Come si è svolto il percorso dal momento in cui vi siete conosciuti ad oggi?

La prima volta che ci siamo incontrati nemmeno abbiamo parlato di musica.
Poi da cosa nasce cosa: ci siamo visti per ascoltare i pezzi che in quel periodo scrivevamo separatamente e subito ci siamo riconosciuti. Puntavamo alla stessa roba.
Abbiamo avviato due progetti singoli e pubblicato diversi pezzi e poi tutte le canzoni che avevamo in cantiere (spesso pensate per essere interpretate da entrambi) ci hanno aperto la strada a creare un vero e proprio progetto insieme.
Infine sono arrivati i primi singoli.

Quali sono le vostre influenze artistiche?

Innumerevoli, quasi incalcolabili.
Facciamo di tutto per farci influenzare da tutto, perché ogni genere, artista, canzone, può avere il suo posto nelle nostre idee e nei nostri gusti.
Il cantautorato italiano forse è al primo posto se dovessimo fare una classifica.
Il peso che le parole ricoprivano nelle canzoni di Lucio Dalla, Pino Daniele, Vasco Rossi è la nostra molla, il nostro motore e quello a cui puntiamo. Perché a volte con una frase si possono descrivere vite intere.
Chiaramente il pop e la melodia uniti all’importanza delle metriche strette sono un altro fondamentale tassello nella nostra idea di canzone, e su quello ci ha nutriti la scena contemporanea pop e urban.
Franco126, Tommaso Paradiso, Calcutta alcuni tra tanti.

Com’è nata la collaborazione con Casakiller nel lavoro discografico e cosa ha portato in più al vostro progetto artistico?

È iniziato tutto proponendo delle demo acustiche a Roberto, oramai un anno e mezzo fa. Lui ci rispose dopo poco che i pezzi gli piacevano e che gli avrebbe fatto piacere sentirci telefonicamente.
Così sono iniziati i primi scambi e col suo aiuto abbiamo lanciato il progetto okaynevada.
Il supporto che Roberto con CasaKiller ci ha dato e ci dà è inquantificabile. Ci ha reso una Realtà, cosa che prima non potevamo dire di essere.
Ci ha aiutato in maniera strutturale con ogni cosa: canzoni, gestione dei live, riconoscibilità a partire dal sound.
Oltre che trasmetterci la sua esperienza e la sua umanità, cose che vanno sempre a pari merito con la musica nei rapporti tra le persone in questo campo.

Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra musica?

La realtà delle cose, la quotidianità, i nostri pensieri, i nostri amori, le nostre disavventure e le nostre vertigini. E Napoli.
Vogliamo parlare di tutto quello che abbiamo intorno nella maniera più originale e poetica possibile.

Avete prossime pubblicazioni in vista? Live, concerti o concorsi ai quali vorreste partecipare?

Per ora lavoriamo sui live. Il 26 gennaio apriamo un concerto di Roberto che fa tappa a Latina con il suo “Dieci Piccole Ragioni Live”.
Mi raccomando, siateci!

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?

Con il proliferare delle opportunità di pubblicazione sentiamo il mercato saturo e soprattutto con poche idee.
Cosa ancora peggiore, chi ce le ha fa fatica ad emergere, proprio per tutto questo rumore.
È sicuramente una scena musicale un po’ più plastica, dove l’engagement e la spendibilità social condizionano intere carriere.
D’altro canto, più persone che pubblicano significa (chiaramente ridotto in scala) più talenti che hanno l’opportunità di farsi ascoltare.
E c’è da sperare nella fortuna di questi ultimi.

Da cambiare: dopo 5 intensi e bellissimi anni, proponiamo un po’ di turnover ad Amadeus per il festival di Sanremo!

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