Un caffè con Tatè Nsongan tutto sulla sua vita e su Sogno in Italiano

Un caffè con Tatè Nsongan tutto sulla sua vita e su Sogno in Italiano

Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Tatè Nsongan, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Sogno in Italiano, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Tatè Nsongan, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Tatè Nsongan si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a Tatè Nsongan!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Ho imparato a suonare già da bambino gli strumenti a percussione della tradizione africana.

Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è Tatè Nsongan e il suo personaggio?

Non c’è nessun personaggio! Sono come mi vedete: mi piace giocare con la poesia e questo rende ogni mio giorno migliore.

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Sogno in Italiano?

In realtà non c’è una regola. In questo caso nello specifico, era il ritornello che mi girava in testa: “Sono italiano mezzo italiano un italiano di mezzo e sogno in italiano”.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

È un perfetto esempio di prodotto a Km zero: raccontare la vita vissuta nel quartiere San Salvario dove abito: ad esempio la scena dal panettiere è una delle realtà del quartiere.

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

No. È un singolo che vorrei dedicare a tutte le persone che lasciano la loro casa con la speranza di una vita migliore.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Un percorso molto lungo ma penso di avere ancora molto da imparare.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Le percussioni sono la mia grande passione e ci sono tanti artisti a cui mi ispiro: ho anche composto delle canzoni in memoria di alcuni musicisti africani, pace per loro: Myriam Makeba, Francis Bebey, Papa Wemba, Manu Dibango.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Ho realizzato parecchie le collaborazioni, ma ne cito una sola, senza nulla togliere agli altri artisti con cui ho lavorato: Mama Africa Myriam Makeba.

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

È la prima collaborazione con Red&Blue e ci siamo lavorando. 

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Il mio messaggio è semplice: Penso che la politica sia l’arte di vivere assieme, portare pace e speranza, perché la guerra porta via con sé i giorni migliori.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

La prima pubblicazione è stata diversi anni fa con Les Genies Noirs de Douala “Percussions et Danses du Cameroun”.  Con i Mau Mau  invece una lunga carriera  di album e tour in giro per l’Italia e non solo. Tante collaborazioni, ma anche una carriera solista.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Darei maggiore importanza e spazio alla musica straniera: vorrei vedere più collaborazioni con artisti provenienti da altre nazioni che possono portare nuovi punti di vista e diversi stili da quelli a cui siamo abituati.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Kongossa, Klimatet

Progetti a breve e lungo termine?

Per ora è appena uscito il singolo Sogno in italiano e sto lavorando per la sua promozione, poi ci sarà la tour invernale nei club.

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