Unica certezza e altre storie, raccontate direttamente da Vasco Barbieri

Unica certezza e altre storie, raccontate direttamente da Vasco Barbieri

Con grande piacere diamo il benvenuto a Vasco Barbieri, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Unica certezza, condividiamo con piacere l’intervista a Vasco Barbieri, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, Vasco Barbieri si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Vasco Barbieri!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Quand’ero piccolo, a 8 anni, dopo aver passato 1 anno in ospedale a causa di un trauma cranico che mi aveva fatto totalmente dimenticare i miei primi anni. Tornato a casa ho trovato un pianoforte che, grazie alle sue intricate possibilità, mi ha aiutato a ritessere un rapporto con il mondo e con me stesso. La musica ha avuto il duplice valore di entrata ed uscita, di espressione ed introspezione. Così a partire dallo studio e la conoscenza dei grandi maestri della musica, con gli anni ho potuto ridefinire i miei piani emotivi. C’è molto di romantico in questa storia perché, una volta tornato in te stesso da un’esperienza extracorpore come quella che ho sperimentato durante il coma, è come se ti aprissi ai suoni di tutto l’universo perché non li ascolti più soltanto con le orecchie fisiche. Quindi, il mio progetto è sempre stato quello di sviluppare la  tecnica musicale per esprimere quella totalità da cui fui e sono tutt’ora invaso. 

Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Vasco Barbieri e il suo personaggio?

All’inizio sono stato Vasco Bolasco, il cognome della mia bisnonna, per esaltare i valori e le emozioni che lei mi ha trasmesso. ..finché non ho inciso il mio primo album (The Turtle) nel momento in cui mio nonno, il pilastro della famiglia del ramo paterno, stava morendo… allora, ho deciso di utilizzare come nome d’arte il  cognome registrato in anagrafe: Barbieri. Questo percorso di accettazione già racconta molto su chi è stato Vasco. Dopo il liceo ho studiato recitazione all’Actor Studio, mi sono laureato in Filosofia, occupandomi di comunicazione online per Gallerie d’arte e per la promozione culturale: questo percorso mi ha permesso di divenire un uomo che crede che la continua ricerca e messa in discussione sia la chiave di volta per permettere la costruzione del proprio io, frutto di una metodica messa in discussione di me stesso ( lo scorso anno ho infatti deciso di iniziare un nuovo percorso musicale incentrato sulla composizione e orchestrazione per musica da film presso la Saint Louis di Roma). Sono una persona testarda, tenace e determinata…che puntualmente scivola in crisi esistenziali più o meno indotte, per riuscire a scrivere delle canzoni che sappiano realmente di rinascita. Insomma: sono curioso e pronto a  sorprendersi…a sorprendere, di nuovo.

Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Unica certezza?

Durante il lockdown. Era cominciato come un’esercizio per imparare a scrivere canzoni in italiano. Ci eravamo messi con la mia Vocal coach Grazia Di Michele di principio ad indagare la mia anima italiana, perché secondo noi c’era qualcosa che in inglese, nel mio primo album, non ero ancora riuscito a dirmi, e a dirvi. Unica Certezza fa parte di quelle canzoni, come i miei ultimi singoli, attraverso cui avviene una mio rinnovato ritorno alla realtà. Questa canzone, in special modo, è dedicata all mia compagna alla quale ho riconosciuto, e riconosco, il merito di avermi aiutato a scoprirmi come agente nel mondo, e non più come eremita filosofo che distaccatamente racconta di una vita che non prova in prima persona. Quindi vi è stato uno sviluppo teso verso una semplificazione sempre più votata all’essenza emotiva, da cui finalmente è scaturita questa canzone, che come un fremito emotivo, si è dinoccolato lungo tutta la tastiera per portarci in quel vortice caloroso che è l’Amore.

Il lavoro è accompagnato da un video?

Stop motion. Abbiamo deciso di lavorare sull’immaginazione. Ci siamo messi disegno dopo disegno ad inventare la storia di una ballerina che scopre il mondo attraverso la danza ed il cielo, la luna ed il mare, ballando insieme al suo amore. È un lavoro di cui sono molto soddisfatto perché penso riesca a rappresentare degnamente la delicatezza e la soavità della canzone. Non vedo l’ora di rivedermelo con voi.

Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?

Tutti i singoli usciti di recente fanno parte di una comune direzione di ritorno al mondo. Penso che dopo il lockdown ognuno sia in un certo senso rientrato in un mondo molto diverso da quello che aveva lasciato. Quindi si, questo album non ha ancora un suo nome proprio, va Unica Certezza rientra completamente nel progetto cominciato dopo la pandemia.

Cos’è per te l’arte, la musica?

Quanto sarebbe più facile la vita senza arte… ma quanto sarebbe più povere e piatta. L’arte e la musica  consentono alla realtà di diventare pluridimensionale e di trovare nuovi spazi ed orizzonti. Sono ciò che permette a una pera di avere quel sapore per sempre o quel fremito di sussistere ogni volta che ti infili in una vasca. L’arte è indispensabile per respirare e avere speranza, l’arte è necessaria per aprire i confini del ragionamento e poter vivere nel sempre. L’arte è il più bel contributo dell’umanità all’ umanità.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Mi ispiro ai grandi poeti del pianoforte come Stevie Wonder, John Legend, Elton John, Benjamine Clementine. Ai cantautori italiano Franco Battiato, Ivano Fossati, Fiorella Mannoia. Mi faccio ispirare dalla musica classica e contemporanea per raggiungere vecchi e nuovi orizzonti percettivi, perché la Pop music possa raggiungere ulteriori vette emotive e sonore. Provo, sperimento, mesho, e mi lascio andare a contaminazioni, per poi asciugare sino all’essenza dell’emozione.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Il mio primo incontro con il pubblico è stato suonando in caffè letterari nel centro di Roma. Lì spesso convogliavano altri musicisti con i loro strumenti, per cui spesso si finiva per improvvisare ed a jammare a seconda dell’umore. La mia musica preferita comincia da un’intuizione condivisa. Di recente mi è capitato di fare tappe in cui aprivo concerti o suonavo con altri musicisti. Suonare con gli altri è molto stimolante e proficuo.

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

La Red&Blue mi ha permesso di entrare in contatto con un pubblico che non conoscevo ancora, di scoprire delle ulteriori palchi e persone con cui condividere le mie emozioni. Sono molto felice del lavoro che stiamo facendo insieme, sono finalmente assistito da dei professionisti competenti che mi stanno facendo confrontare con delle realtà che non avrei mai immaginato.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Io non voglio trasmettere dei contenuti, dei messaggi preconfezionati o definizioni univoche. Io voglio invitare i miei ascoltatori a condividere quelle sensazioni meravigliose che mi hanno spinto a comporre queste canzoni e che ogni volta rivivo suonando. Vorrei proporre un approccio all’esistenza, invitare a sperimentare la propria vita da un’emozione aliena al momento che stiamo vivendo. Credo sia questa, d’altronde, la magia della musica in generale: l’abilità di farci percepire il mondo da angolazioni diverse e farci, magari, rivivere un ricordo emotivo dimenticato. Io invito ad emozionarsi.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Il mio percorso è cominciato per sbaglio, casualmente. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia ed aver, di conseguenza, perso un contatto materialista con il mondo, la mia fiducia nell’efficacia delle parole stava tramontando, perché ero convinto che tutto fosse soltanto un’interpretazione. Perciò, durante la mia ricerca di qualcosa per cui vivere, progressivamente finivo i miei soldi e stavo consumando le mie speranze di riuscire a concludere qualcosa. Così ogni volta che trovavo un pianoforte in un locale, sfogavo i miei impeti e le mie delusioni sui suoi tasti..finché, pian piano, si è costituito un mio repertorio che, per l’appunto, utilizzavo per farmi offrire, almeno, da bere. Accidentalmente, e sfortunatamente, mio nonno è morto mentre stava incidendo il suo terzo album, cosa che ha lasciato una sala di registrazione prenotata e vuota. Così, spronato dalla mia riconoscenza verso nonno, ho deciso di incidere alcuni brani in suo ricordo. Questi brani sono piaciuti a una casa discografica che mi ha fatto pubblicare il mio primo album The Turtle. Il lancio di questo progetto è avvenuto fra un’interruzione di lockdown a causa pandemia e l’altra, perciò non ho avuto modo di avere un confronto con il pubblico che potesse soddisfarmi. Per il lancio dell’ultimo singolo dell’album, Hey, ho conseguito il Premio alla Resilienza al festival internazionale Tulipani di Seta Nera che mi ha aiutato a rendermi conto dell’effettivo contributo sociale che potevo offrire con la mia musica. In quel frangente ho avuto l’onore di conoscere Grazia Di Michele che mi ha guidato nella scrittura e composizione di brani in italiano( fino ad allora i miei brani erano totalmente in lingua inglese) e che mi ha instillato questa ulteriore prospettiva. Con lei, allora, ho provato a definire dei brani per un nuovo lancio e, attraverso di lei, ho conosciuto l’arrangiatore con cui ho avviato il mio nuovo sound. Grazie a loro la mia curiosità su come funziona la musica, soprattutto a livello tecnico, è accresciuta tanto da accrescere in me il bisogno di iscrivermi all’Università della musica per approfondire la mia ricerca. Questo percorso, iniziato ormai 2 anni fa, mi sta facendo scoprire il sound design e la composizione per colonne sonore e musica da film. Da allora, anche e soprattutto grazie alla mia compagna che mi ha regalato un pianoforte, finalmente, trascorro ogni istante della mia vita nella musica. In questo modo ho pubblicato 5 singoli in italiano per celebrare l’aver ritrovato uno scopo e festeggiare questo mio nuovo ritorno alla vita. Così, dopo aver pubblicato Portami con te e  Il Ritorno, in febbraio è venuto a mancare anche mio padre, lasciando un vuoto profondo nella mia vita  e nella mia anima… il che mi ha portato a comporre Fughe e Compromessi, brano con cui ho definito la mia ricerca ed esistenza. Dopo questo periodo di stravolgimento ..ho voluto, perciò, cominciare la primavera con due canzoni d’amore perché è quello di cui ho bisogno ora e perché penso che nella dispersione del contemporaneo una canzone che abbracci e consoli possa essere utile a molte persone. Nel video dell’ultimo singolo, Unica Certezza, abbiamo provato, con la mia compagna, a inventare una nuova genesi, in cui Eva, piuttosto che farsi lusingare dalle affabulazioni del serpente, preferisce inseguire una farfalla e mettersi a ballare. Ed è così che, non accontentandosi, ha modo di innamorarsi e riunire il mare e la luna.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Penso che sia un fermento di sperimentazioni. Ritengo che la ricerca sia molto prolifica e che l’apertura dei confini del mercato musicale sia l’occasione per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Dall’altra, inevitabilmente, vi è una riduzione di esperienza e uno sviluppo poco omogeneo del panorama sonoro. Personalmente preferisco interpretare questa fase di ricerca come un’occasione per ridefinire i valori e le emozioni. Nietzschianamente mi verrebbe da dire che si sta celebrando la fine di una Storia e ci si sta preparando all’avvento di una nuova epoca. Mi auguro soltanto che non finiremo per diventare delle estensioni delle Intelligenze artificiali.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Per rimanere nel mood affettuoso suggerisco di ascoltarvi anche il penultimo singolo: Senza tempo. Sono due canzoni d’amore scritte con almeno 10 anni di differenza. È interessante notare come in entrambe le canzoni d’amore, sia celebrata differentemente la bellezza dello smarrimento dell’equilibrio a causa di quell’emozione. Perciò, suggerisco di cominciare a perdere il proprio equilibrio sino a lasciarsi andare all’ascolto del mio primo singolo in italiano, Portami con te, con cui invece invito a lasciarsi andare e a tornare a fidarsi del prossimo, della vita, e nel caso. L’importante è ballare liberamente.

Progetti a breve e lungo termine?

Attualmente sto sperimentando programmi di composizione sul computer che mi stanno spingendo verso sonorità sempre più complesse e composte. A lungo termine perciò vorrei aver acquisito la competenza per colorare le immagini di video con la musica migliore. A breve termine continuo a lavorare nel panorama Pop per coinvolgere quanto più pubblico possibile nelle dimensioni rivoluzionare che hanno costellato il mio percorso musicale. Perciò, vi invito a seguire i miei social @vascobarbierimusic per rimanere aggiornati sulle mie prossime date e incontrarci dal vivo per emozionarci insieme.

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