Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto a Diego Rojas Chaigneau, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Inno Fiesolano, condividiamo con piacere l’intervista a Diego Rojas Chaigneau, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, Diego Rojas Chaigneau si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Diego Rojas Chaigneau!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Probabilmente si stava sviluppando ancor prima che io nascessi.
Mia madre è pianista e pedagoga musicale, mio padre è un chitarrista e mio zio la prima voce degli intillimani storici.
Sarebbe stata dura studiare medicina…🤣🤣
Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Diego Rojas Chaigneau e il suo personaggio?
La sindrome di Tourette mi ha messo su un palcoscenico molto negativo fin da quando ero molto piccolo… Imparando a starci e a cambiare tante maschere ho scoperto che non è poi così diversa da quella originale.
Benché possa sicuramente scegliere tra un’infinità di maschere e/o personaggi 🤣🤣
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Inno Fiesolano?
È un brano nato in lockdown che ho scritto per le aziende fiesolane che necessitavano un brano che fungesse da colonna sonora per un video promozionale di ripartenza.
Di conseguenza ha tutta la voglia, l’energia e la speranza di uscire, e di ritrovarsi, tornando a sognare la stessa utopia.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
A differenza dell’ultimo singolo pubblicato “Lubbriaco”, che aveva un video ufficiale girato tra Firenze e Fiesole, per l’inno Fiesolano abbiamo fatto un montaggio di un lyric video.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
È un brano estratto dall’album “Sentieri “, pubblicato un annetto e mezzo fa. 🤭
Un album che parla appunto dei vari sentieri che possiamo prendere nella vita.
E di quanto possiamo trovare la leggerezza, e la serenità nel cambiarne uno in corsa, qualora non facesse per noi.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Ehh… 🤣
Dunque, a sei anni mi è scoppiata la sindrome di Tourette.
E quando persino il più grande esperto della sindrome, a detta dei più, viene invitato a ” mistero ” a parlare della Tourette con la musica degli alieni in sottofondo…
Si capiscono molte cose 🤣🤣
Dopo, quindi, un’infanzia e un’adolescenza molto complicate decido di trasferirmi a Roma per riscattarmi e studiare recitazione.
Solo quando torno a Firenze mi riprende l’ancestrale passione per la musica, in concomitanza della creazione di un trio di musica latino americana.
Tra studi di voce, chitarra, e vari cordofoni di natura latino-americana come il cuatro o il charango, arrivo infine a comporre il mio primo album “Sentieri “
Quali sono le tue influenze artistiche?
Tantissime, suddividerei la mia vita musicale in tre parti.
La prima parte mi vede molto legato alla musica giapponese (nobuo uematzu – ryuichi Sakamoto – kanon wakeshima ecc ) e alle tante sigle anche italiane di cartoni animati.
Successivamente invece ancora da non musicista mi dedico completamente all’ascolto del cantautorato italiano e di tutto il filone anglo americano.
Partendo da Fabrizio de André, Lucio Dalla, mango, Fiorella Mannoia, Pino Daniele, de Gregori, Guccini ecc.
Passando dai Beatles, Billy Joel, Joan Baez, Knopfler, Simon & Garfunkel, arrivando a Marvin Gaye, Nina Simone, Ella Fitzgerald, Stevie wonder Ray Charles e tanti altri.
La terza parte potremmo considerarla una riscoperta delle radici latino-americane, e quindi mi avvicino a tutti gli stili folklorici del Sud America.
Dalla chacarera e dalla milonga Argentine Al Candomble negro dell’Uruguay, al joropo venezuelano, passando per il landò o il festejo peruviano, non potendo mai dimenticarci del son cubano, base da cui poi sono nati alcuni degli stili più famosi come la salsa o la bachata.
E le collaborazioni con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Benché abbia avuto la fortuna di avere molti amici musicisti che hanno potuto dire la loro nell’album, Al momento non ho altre collaborazioni importanti a parte quella con Red&Blue, che mi sta aiutando molto.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Per trovare la forza, il coraggio e superare gli ostacoli, dovremmo, potremmo tornare a guardare dentro di noi e non a cercare la risposta sempre fuori, perché non arriverà.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Al momento sto formando un gruppo con il quale potremo parlare molto presto di live 💪🌹🌷
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Andrebbe avviato a mio giudizio un processo di ascolto un po’ più profondo e vario.
L’abitudine di ascoltare sempre cose molto simili tra loro è pericolosa, finisce che le nostre orecchie e il nostro ascolto si adatta ad un solo messaggio.
Non riconoscendo più tante sfumature.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
La Tempesta, o in casa di Alfredo.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Farò uscire altri singoli nei prossimi mesi 🌷🌹
Uno in particolare, ” Strega “
di cui sono molto soddisfatto.