Intervista a quattro occhi con LORENZO SANTANGELO formidabile artista

Intervista a quattro occhi con LORENZO SANTANGELO formidabile artista

Diamo oggi il benvenuto a LORENZO SANTANGELO, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro L’ARANCIO, leggiamo con senso di empatia l’intervista a LORENZO SANTANGELO, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, LORENZO SANTANGELO ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Lungomare,Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a LORENZO SANTANGELO!

Com’è nata tua la passione per la musica?
All’asilo, ho iniziato a studiare pianoforte all’età di 4 anni grazie ad una maestra che aveva notato qualcosa di particolare.

Com’è nato “LORENZO SANTANGELO” e il suo personaggio, il suo sound?
Dovrei iniziare davvero dal 5 novembre 1987 per dirti com’è nato Lorenzo Santangelo, perché sono proprio io, non c’è nessun personaggio… A parte gli scherzi, musicalmente nasco dalla musica classica perché ho studiato quello fin da piccolo, ma già a 6 o 7 anni sono impazzito per i cantautori italiani. Ricordo bene che in macchina avevamo una cassetta di Rino Gaetano e io l’ascoltavo in continuazione, non so quante volte sono stato sgridato per aver scaricato la batteria dell’auto. Ascoltavo Rino e, senza nemmeno capire bene perché, volevo fare quello che faceva lui.

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di L’ARANCIO?
La primissima strofa è nata tutta insieme, appoggiando le mani sul pianoforte sono uscite quelle parole cantando, e ho accompagnato con le mani quello che usciva dal cuore. Poi, finita quell’ispirazione istantanea e fortissima, ho elaborato prima la melodia, e dopo ci ho scritto sopra il testo.

E com’è nato il suo videoclip?
Devo davvero ringraziare Gabriele Paoli, giovanissimo regista, che ha lavorato con passione ed entusiasmo come se stesse facendo un video di Michael Jackson, davvero. Abbiamo trovato questo casale dell’800, molto suggestivo, poi è stato tutto molto naturale in realtà. Grazie mille a Eva e Simone Casali per averci prestato la casa!

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Fare progetti precisi in questo momento è ancora un po’ difficile, dopo i due anni che abbiamo passato, però sì, l’idea è questa. In realtà avrei 4 o 5 dischi già scritti, ma andiamo per gradi.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Oltre ai noti problemi degli artisti io mi sono anche un po’ complicato ulteriormente la vita, sotto questo aspetto, visto che ho vissuto 7 anni in Australia. In realtà anche quell’esperienza è stata fondamentale artisticamente, ma di certo stare così lontano non ha aiutato la mia carriera. Sia chiaro, è stata la scelta migliore della mia vita e quindi non la rinnegherò mai, e poi in fondo non si ha mai la controprova, magari restando qui avrei combinato ancora meno. Ti dico la verità, ci sono giorni in cui pensi seriamente di mollare tutto, non provarci più, ma alla fine non ci riesci mai. Dà fastidio quando ti passa davanti qualcuno che oggettivamente vale meno, ma questa è una banalità, sappiamo tutti come funziona. La verità è che non bisogna piangersi addosso e dare la colpa al sistema ma semplicemente provare a farti largo con i tuoi mezzi. E soprattutto bisogna essere veri in musica. Il pubblico lo percepisce.

Quali sono le tue influenze artistiche?
Ti parlavo prima dei cantautori italiani, che restano sicuramente una fonte inesauribile per me. Però io ho spaziato molto, ho ascoltato molti generi diversi e cerco sempre di mutare molto nelle mie canzoni, perché la roba che mi piace è molta. Farei prima a dirti cosa non mi piace, ma lasciamo stare…
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Io devo sempre ringraziare Riccardo Cherubini, chitarrista e produttore, mio braccio destro da quando sono artisticamente nato. E gli devo molto. Con L’arancio è stato un piacere lavorare con Sandro Paoli, che ha arrangiato e prodotto il pezzo. Un grande musicista ma soprattutto una persona speciale con la quale è nata una bella amicizia. E grazie anche a Filippo Raspanti che ha creduto in me dal primo giorno in cui mi ha sentito e continua a supportarmi.
E le collaborazioni con Lungomare e Red&Blue nel lavoro in promozione?
Collaborano da molti anni con Filippo, lui si fida ciecamente di loro e quindi anche io. Siamo solo all’inizio ma sono molto soddisfatto perché ho conosciuto tante persone serie e motivate, per le quali non sei soltanto un numero. Questo è importante per un cantautore.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Io cerco solo di fotografare delle situazioni e, quando mi riesci, tirare fuori delle emozioni che in altro modo non saprei probabilmente esprimere. Non voglio proporre soluzioni o risolvere problemi. Anche nei miei testi più politici, non voglio influenzare necessariamente la gente, pur avendo io un’idea ben precisa. Semmai sarei felice se riuscissi a far riflettere, quello sì. Ma le mie sono solo fotografie.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Certo, ovviamente ho fatto un po’ di cose, il mio è stato un percorso piacevole finora. Ma in questo momento, davvero, per me conta soprattutto il futuro e quello che verrà. Partendo dalla risposta della gente a L’arancio, fino a questo momento davvero oltre ogni aspettativa.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Io penso che ci sia molta più gente di talento fuori dal giro di quella che è sui palchi. Credo che non sempre ci sia meritocrazia e che tantissimi colleghi meriterebbero molto di più. Cosa cambierei? Sicuramente cambierei molte persone che in questo momento sono ai vertici. Credo che in pochi siano riusciti a rovinare tanto. Non a caso nei posti di potere ci sono quasi solo uomini di una certa età. Io penso che le donne, magari giovani, capirebbero molto di più e saprebbero in generale gestire meglio il mondo della musica. E parlo di musica solo perché è il mio campo, ma in realtà è un discorso che vale per moltissimi settori, probabilmente tutti.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Uno solo? Mi vuoi male? No dai, te ne dico almeno 3! Respiro, È tutto vero e Il vero italiano. Perché sono tre pezzi talmente diversi, che se non te ne piace nemmeno uno di questi allora è inutile, non ti piaccio proprio!
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Artisticamente è stato un disastro, non scopro certo l’acqua calda. Nella mia vita fuori dalla musica sono molto fortunato, ho una situazione stabile ed equilibrata e questo ha aiutato. Non dico che è stato facile, ma ha aiutato. Il mio pensiero va a chi già prima viveva situazioni poco serene e che si è ritrovato in un inferno ancora più infuocato. 

Progetti a breve e lungo termine?
Vediamo come va L’arancio. Se non si combina niente con la musica mi sa che me ne dovrò tornare in Australia!

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