Accogliamo calorosamente a platìni, artista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro PRONTO, leggiamo con curiosità l’intervista a platìni, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, platìni ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Claudia Pasquini, le esperienze, come Sanremo Giovani e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a platìni!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Da bambino, a otto anni, ho chiesto ai miei genitori una tastiera per Natale. Mi arrivò un mitica pianola Bontempi che possiedo ancora. Poco dopo ho iniziato a suonare il sassofono contralto in banda. Un passaggio sicuramente fondamentale sono stati gli anni delle medie dove, grazie alla professoressa di musica (la grandissima Gianangela Benincaso), ho iniziato a cantare e assieme a qualche compagno abbiamo messo su la prima band. Da quel momento ho effettivamente capito quanto mi piacesse la musica, ho iniziato a scrivere le prime canzoni, e non ho più smesso.
Com’è nato “platìni” e il suo personaggio, il suo sound?
platìni nasce dalla mia voglia di sperimentarmi come solista, dopo anni di esperienza all’interno di una band. Per quanto riguarda il sound ho cercato di mettere assieme nella maniera più armoniosa possibile gli elementi che musicalmente mi hanno sempre colpito maggiormente, creando quindi un immaginario sonoro che comprenda la cassa in quattro come l’utilizzo degli archi, bassi synth e campioni di strumenti acustici.
Come descriveresti la nascita di PRONTO?
Pronto è una canzone che ha avuto un gestazione piuttosto lunga. La prima bozza risale alla fine del 2018, mentre il pezzo come lo si può poi sentire oggi è frutto di un lavoro concluso negli ultimi mesi del 2020. In mezzo ci sono stati diversi tentativi per poter mettere effettivamente a fuoco il modo in cui volevo che Pronto suonasse, assieme alla ricerca delle parole che potevano rappresentare al meglio l’idea alla base del pezzo: il non sentirsi pronti.
Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Esatto. Pronto farà molto probabilmente parte di un EP che uscirà più avanti. Ma prima arriveranno sicuramente altri singoli.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Ho sempre ascoltato molta musica italiana della cosiddetta scena indie, quando l’indie però era un po’ più indie e non aveva ancora conquistato le classifiche. Per fare un nome che mi ha sempre guidato, su tutti, dico i Verdena, mia band del cuore da sempre. Se penso però alle influenze dirette sul progetto platìni mi viene in mente per esempio Niccolò Fabi, per quanto riguarda la parte lirica e la scrittura, e i Bombay Bicycle Club, per quanto concerne il gusto e l’attitudine dell’arrangiamento.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Pronto, e i pezzi che usciranno, sono stati tutti prodotti da me, ma in studio per chiudere la produzione sto collaborando con Andrea Gentile, producer di casa ad Auditoria Records, dove stiamo lavorando ai pezzi, e con cui stiamo facendo un lavoro di cui sono sempre più contento. Andrea tra l’altro si è occupato anche del mix e del master di Pronto.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Nelle mie canzoni parlo molto spesso, quasi esclusivamente, di me. Sono lo spazio in assoluto in cui mi sento più libero di raccontarmi, di poter buttare fuori i miei piccoli grandi mostri ma anche le cose che con tanta fatica penso di avere forse, almeno un pochino, capito di me e della vita. Quindi più che trasmettere mi sento di voler condividere questi pezzi di me con chiunque abbia voglia di ascoltare le mie canzoni, immaginando e sperando che qualcuno possa anche ritrovarci dentro qualche pezzetto di sè.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Sanremo Giovani?
Con i Rumor, la band con cui ho suonato per più di dieci anni, abbiamo fatto un sacco di esperienze bellissime. Mi vengono in mente tutti i concerti in giro per l’Italia fatti di incontri con persone bellissime, pizze a pranzo e a cena ed ore interminabili sul furgone. C’è stato il tour con i Dem Fools, band di pazzi irlandesi con cui abbiamo condiviso due settimane di tour tra l’Italia e l’Irlanda nel 2014, una storia pazzesca. Poi c’è stato Sanremo Giovani, dove siamo arrivati fin dove siamo arrivati solo ed esclusivamente spinti dalla corsa della nostra canzone, una soddisfazione enorme. Mi auguro di poter fare altrettante esperienze anche con questa nuova avventura a nome platìni.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica italiana ha affrontato una serie di cambiamenti piuttosto importanti negli ultimi anni, nel bene e nel male. Più o meno da Calcutta in poi le cose sono iniziate a cambiare e nel mondo del mainstream è arrivata un sacco di musica “nuova”. La cosa che meno mi piace di quello che sta succedendo alla musica italiana è la quasi totale scomparsa dei vari passaggi tra l’essere un’artista emergente e l’essere un’artista affermato. Mi spiego meglio. I palazzetti e i grandi live club sono sempre più pieni di artisti, anche all’inizio della loro carriera, che fanno un sold out dietro l’altro, mentre i locali medio-piccoli spariscono uno dopo l’altro. Così vengono meno un sacco di passaggi intermedi e viene meno la possibilità di una crescita graduale e solida per un’artista. E questa cosa è un gran peccato, e non so quanto faccia bene alla musica. Poi tutto questo succedeva già prima dell’arrivo del covid, adesso vedremo un po’ come andranno le cose, ma non so quanto si tornerà indietro rispetto a questo trend, anzi.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Pronto è il primo pezzo che uscito, e in questo momento anche l’ultimo, quindi per adesso la risposta è per forza di cose solo Pronto. Ma non ancora per molto…
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Artisticamente in questo periodo ho dato vita al progetto platìni, utilizzando il tempo forzato in casa per mettere veramente a fuoco il suono che volevo avessero i pezzi che avevo scritto. Adesso che è uscita Pronto tutto si sta concretizzando, quindi potrei dire che come artista me la sono comunque vissuta positivamente. Poi a livello personale sono molto stufo, penso un po’ come tutti, di questa situazione. Per quanto alcune restrizioni capisco siano necessarie, e cerchi di rispettarle con tutta la buona volontà che possiedo, è inevitabile che psicologicamente questa situazione di libertà limitata abbia delle ripercussioni sulla vita di tutti giorni, sull’umore, sulla possibilità di fare progetti e tutto questo ha indubbiamente un certo peso.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Dopo Pronto arriveranno sicuramente almeno un altro paio di singoli e poi magari un EP.