L’amore non può esistere come monologo ma è un dialogo tra due persone. Alcune persone vogliono essere amate ma non sanno come amare. Lo sa bene il nostro artista Daniele Coletta, che ha sulla pelle e nel cuore queste ed altre esperienze di vita che ha saputo magistralmente trasformare in musica. Lo fa, con il suo “Tasto rotto” brano Pop dal sound RnB.
Con la consapevolezza e maturità di un artista che ha numerose ed adamantine esperienze artistiche, fra tv, concorsi e collaborazioni, leggiamo con grande interesse la vita di Daniele Coletta direttamente dalle sue gentilissime e interessanti parole!
Com’è nata la passione per la musica?
E’ nata con me. Sono sempre stato circondato dalla musica e mi sono fatto rapire molto presto. Quando a 8 anni ho preso la mia prima lezione di canto ho capito che quella era e sarebbe stata la mia voce.
Come è stato concepito il singolo “Tasto rotto”?
E’ nata dall’esigenza di dire qualcosa al ragazzo che mi aveva spaccato a metà. Quando la nostra storia è finita ero a NYC e sono rimasto li per qualche mese, lontano da tutto e tutti. Per giorni sono stato combattuto tra il dire tutto quello che era rimasto “non detto” e rimanere in silenzio, sapendo che dire il “non detto” non avrebbe portato a niente. Così ho iniziato a collezionare Note sul mio cellulare. Al mio rientro in Italia sono andato in studio, mi sono seduto con Marco Canigiula e dopo pochi minuti avevamo Tasto Rotto.
E com’è nato il suo videoclip?
L’idea è nata insieme al regista Alessio Russo. Volevamo partire dalla fine della storia e terminare con l’inizio. Inoltre abbiamo voluto concentrare l’attenzione sul racconto. Noterete che fino alla fine del primo ritornello, contrariamente a molti altri “tipici” videoclip, non segue il tempo, non ha stacchi di riprese.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
E’ il primo singolo di un progetto che è in cantiere e che arriverà nell’arco di questo 2021.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Se per esordio si intende quello main stream, quindi XFACTOR 6, allora ti dico che sicuramente è stato un percorso molto ricco. In questi (quasi) 10 anni c’è stato tanto ascolto, tanta ricerca musicale e personale. Ho trovato me stesso, una nuova “voce”, e in un certo senso sono tornato al mio primo vero amore: l’RnB, che fino a qualche anno fa non vedeva luce nel panorama italiano.
Quali sono le influenze artistiche?
Ascolto di tutto. Mi piace esplorare e sperimentare contaminando diversi stili e “rubando” ciò che mi piace dagli altri artisti. Sono figlio degli anni 90, quindi cresciuto a pane, acqua e Queen, Michael Jackson, Withney Houston, Depeche Mode, Nirvana. La mia canzone preferita è Bohemian Rhapsody che è proprio la definizione di CONTAMINAZIONE.
E la collaborazione con “Artist first” e “Cantieri sonori”
Conosco Cantieri Sonori e Marco da diversi anni. Siamo prima di tutto amici. Poi da un anno e mezzo a questa parte abbiamo iniziato a collaborare artisticamente, c’è sempre stata un’immensa stima reciproca. Con Artist First collaboro indirettamente. Cantieri sonori distribuisce alcuni dei suoi artisti con Artist First e io sono uno di questi.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Voglio trasmettere tutto quello che vivo e di cui sento il bisogno di parlare. Mi piacerebbe arrivare a tutte le persone, indipendentemente dall’età. Spesso parlo di amore, credo che l’amore sia un filo conduttore e c’entri sempre. Un po’ tipo Ewan McGregor in Moulin Rouge.
Si parla di amore verso qualcuno, qualcosa, se stessi.
Parliamo delle pregiate esperienze di tv, live, concerti e concorsi?
Tutte esperienze bellissime che mi hanno fatto crescere come persona e come artista. A partire dai svariati concorsi nazionali in giro per l’Italia quando ero solo un bambino, passando per le performances internazionali a Los Angeles, Malta, New York. Ancora Ti Lascio una canzone nel 2008, quando avevo 16 anni, che ha dato il via ad una serie di concerti in tutta la Penisola. Poi ovviamente X Factor 6 nel 2012. Da allora concerti a non finire, gavetta ed esperienza.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che negli ultimi anni la scena musicale italiana abbia aperto le porte e buttato giù tanti muri. Credo che dalla vittoria a Sanremo del mio collega Mahmood le cose siano cambiate.
I generi non sono più così rigidi e credo che ci sia spazio per tutto. Credo che le nuove generazioni siano interessate ad ascoltare qualunque esperimento, qualunque progetto.
Se avessi presentato al pubblico un progetto come Tasto Rotto qualche anno fa probabilmente mi avrebbero detto: “ma dove vai con un brano soul, rnb e dalle sonorità motown in Italia?”
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Un brano che ho ascoltato proprio oggi e che secondo me va tenuto d’occhio è “Vivo” di Laszlo.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Nonostante tutto non così male. Ho tanto tempo per me, per lavorare a nuove canzoni, per rilassarmi. Forse, da un lato, ci voleva un rallentamento della vita frenetica che stavamo vivendo.
Quali sono i programmi futuri?
Continuare a scrivere, pubblicare nuove canzoni, arrivare a più persone possibili e fare tanti live. Non vedo l’ora di tornare sul palco!