Impegnato nella promozione del singolo Apatia, nell’ambito del suo “Progetto Fantomatico”, come progetto parallelo a quello omonimo, diamo il benvenuto a un giovane cantautore, oltre che artista a 360 gradi.
„Blumosso è Simone Perrone, classe ’87, cantautore nato e cresciuto in provincia di Lecce. Un artista che “Si definisce “un inventore di canzoni”, e che parla del quotidiano, delle guerre interiori. Scopriremo di più delle sue profondità e delle sue agitazioni: tanto da ispirarsi al mare e alle sue dinamiche ipnotiche. Ringraziando per la disponibilità e la cortesia del tempo concesso, ci immergiamo subito in Blumosso!
Com’è nata la passione per la musica?
È un qualcosa di maturato negli anni, fin da molto piccolo. Mi sono avvicinato alla musica canticchiando le canzoni con le musicassette in macchina con mio padre. Poi in prima media ho scoperto i Beatles e da lì la mia passione è esplosa. È stato tutto un divenire.
Cosa significa e com’è nato il nome “Blumosso”?
La parola Blumosso è legata al mare: è il colore del mare quando è agitato. È una parola nata in una mia poesia di qualche anno fa.
Come è stato concepito il singolo “Apatia”?
“Apatia” è una canzone del PROGETTO FANTOMATICO, che è un progetto parallelo a Blumosso, con cui ho preso una direzione prettamente cantautorale. Sono sempre io, MA IL PROGETTO FANTOMATICO NON È BLUMOSSO. Qui ho voluto dare spazio a suoni più elettronici e forse a un lato meno poetico e più disincantato di me.
La canzone è nata nel periodo covid ed è uno specchio di come mi sono sentito io in questa fase della nostra vita che forse nessuno avrebbe mai creduto di poter vivere, tantomeno io.
Mi sento apatico, come se il covid abbia cancellato una parte di me e delle mie voglie; come se non avessi più tempo da perdere in cose inutili.
In questa immensa apatia, mia e generale, però, credo che la musica sia ancora e più di prima il mio punto fermo. Mentre tutto il resto mi è letteralmente crollato addosso.
E com’è nato il suo videoclip?
Il video clip è nato davvero per gioco, un pomeriggio, parlando con il mio amico fotografo: “Il Maestro”; premesso che io credo che l’epoca del videoclip stia morendo; è nata quest’idea semplice e diretta, che a mio avviso ha un forte impatto visivo, e ho deciso di realizzarlo.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Per il Progetto Fantomatico non è in cantiere nessun disco. Solo singoli che usciranno periodicamente.
Quali sono le influenze artistiche?
Le influenze vengono da tutte le parti. Ma in questo progetto voglio dare spazio alla mia passione per la musica elettronica. Quindi le influenze sono molto legate a sonorità che vengono dalla musica tedesca. Mi piacciono molto i Tame Impala, i Kraftkerk e gli MGMT. Se può servire a dare qualche riferimento.
E il tuo percorso come scrittore?
La scrittura fa parte di un percorso nato nel 2015 con la pubblicazione del mio primo romanzo “Spremuta d’arancia a mezzogiorno”. A Febbraio 2020 è uscito il mio nuovo libro. “Schiena Cucita”, edito per Kimerik edizioni.
Link di riferimento
Con la scrittura, mi piace indagare sulla psiche dell’uomo; sulle reazioni e i comportamenti che un individuo può avere in situazioni estreme.
Credo di essermi avvicinato alla scrittura perché la musica, come processo creativo, non mi bastava più.
E la collaborazione con l’etichetta “Luppolo Dischi” nel lavoro in promozione
Sentivo il bisogno di strutturare meglio i miei progetti; per crescere e avere più possibilità. Spero di fare cose belle insieme a loro. I presupposti ci sono.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Bah, quello che ho sempre fatto è cercare di trascrivere le mie emozioni in musica. Solo questo. Delle volte, poi, le mie emozioni coincidono con chi mi ascolta (e tanto di guadagnato), altre volte no; ma non faccio musica per avere successo. Non riesco a parlare di qualcosa solo perché quella cosa “va di moda”
Parliamo delle tue esperienze: dal palco allo studio, passando per live e concorsi, sia musicali che letterari
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19
Perché dovrei essere falso? Non sto vivendo bene questo periodo. Ripeto, l’unica cosa positiva è che ho ancora testa per scrivere e lavorare alle mie canzoni. Le esperienze sono comunque importanti. Anzi necessarie. Perché il web livella tutto, e anzi riduce tutto a numeri. Ed io non sono come l’orda di nuovi artisti che spopola ora sui social (indipendentemente se uno ha 1000 followers o 350 mila).
E questo lo posso dire solo facendo riferimento alla mia esperienza; a tutti i live che fatto, grossi e non; alle porte in faccia che ho avuto e alle batoste che ho preso.
Non voglio essere frainteso. Non dico di essere migliore eh. Dico solo che non sono un giovane; e la musica dei giovani nemmeno mi piace (ma la giustifico e condivido). Né voglio fare il boomer di turno.
Il periodo covid mi è servito anche a capire bene tutto ciò.
Quali sono i programmi futuri?
Aspettare fine del mondo.
Blumosso l’artista che nasce dalle onde del mare