Intervista a Bruangel

Intervista a Bruangel

Com’è nata la tua passione per la musica?


Sono cresciuta a suon di violino classico e jazz suonato in casa dal mio caro zio e crescendo tutta la passione si è poi concretizzata in un canale espressivo musicale di danza e canto, trasformatosi negli anni in un lavoro di live, formazione, insegnamento, composizione musicale, arrangiamenti e testi autobiografici. 

Cosa significa e com’è nato il nome Bruangel?  


Su una panchina di Central Park a New York più di vent’anni fa!  In una bella giornata di sole mi presentai ad un signore americano col il mio nome per esteso “Brunella Angela Mazzola” dicendo che ero alla ricerca di un nome d’arte e lui mi suggerì Bruangel.   In realtà desiderava per me Blueangel (per pronuncia facilitata della R e per il mio “blue mood” di quel periodo ben presente nei miei occhi) ma poi sempre in lui partì il connubio dei miei due nomi!

Come è stato concepito il singolo “Inheritance”?  


Dal meraviglioso amore di mio padre, molto combattuto ed incomprensibile, che mi è apparso grande come “l’amore più grande di tutti” subito dopo la sua mancanza per una lunga malattia.  L’eredità (Inheritance) è questo “amore per me” che ho trasformato in amore per me stessa.  Una forza incredibile che ha ispirato questa ballata in cinque quarti, pensando ad un dolce ballo fra le sue braccia come si vede nel video, che ho eseguito fra l’altro con uno dei suoi migliori amici. Un messaggio di forte tenerezza e continuità vitale.  

E il lavoro discografico “Rebirth Project”?  


Dopo molti anni di lavoro eseguendo repertori concertistici di moltissimi generi musicali, ho sentito l’esigenza di regalar vita a molte poesie e scritti chiusi nel cassetto da anni.  Una piena volontà di realizzare un vero progetto di rinascita sia personale che musicale.

E com’è nato il suo videoclip?  


In un’estate tanto particolare quale quella appena trascorsa, ho deciso con il grande photographer Luca Coassin di realizzare un video molto semplice nell’intimità della mia casa, aggiungendo delle scene nella campagna del paesello natale.  Il cassetto che apro nei primi attimi del video colmo di fotografie, ritagli di giornale e programmi concertistici era proprio il cassetto segreto di mio padre, che collezionava tutti i miei ricordi musicali a mia insaputa.

Quali sono le tue influenze artistiche?  


Partendo dalla classica e dagli standard americani sempre al mio orecchio fin da piccola, sono cresciuta poi con il pop, collegato molto alla danza moderna che ho praticato per parecchio tempo.

Siamo curiosi di conoscere di più della tua passione per il jazz, partendo dai tuoi motivi personali, i progetti, passando per il percorso accademico.      


Mi piace moltissimo l’armonia vocale; una delle mie più grandi passioni è cantare con altri cantanti.  Sono stata parte integrante di gruppi vocali per molti anni, in piccole e grandi formazioni, eseguendo musica della cultura americana soprattutto.   Volendo poi approfondire ed apprendere i dovuti metodi per comporre mi sono laureata in jazz al conservatorio della mia città; studiare e conoscere i grandi musicisti ed effettuare due esami di composizione per organici jazz è stato splendido ed affascinante e mi ha regalato la concretezza di un bellissimo linguaggio universale.

Raccontaci le tue pregiate esperienze di Lugano Jazz Festival, Solevoci A-Cappella International Contest, Roma Jazz Festival, Novara Gospel Festival.    
     


A Lugano feci un’esibizione con il Not4Sale Vocal Quartet, pubblicata in seguito sulla compilation Blues to Boop, attimo molto molto emozionante.  Il Solevoci è una rassegna di gruppi vocali che quell’anno accettò il nostro coro, anche se più numeroso degli usuali e del quale ero direttrice da qualche anno, facendoci provare una grande soddisfazione col premio “Silver” assegnatoci per particolari arrangiamenti eseguiti da un gruppo completamente amatoriale.   A Roma Jazz Festival, in uno splendido parco, mi esibii con la jazz band del conservatorio ed essere frontwoman in quel preciso contesto mi diede molta sicurezza: mi sono sentita proprio sulla strada giusta!     Poi al Novara Gospel Festival partecipai sempre con il mio coro, unitosi ad un mass choir e… che dire…  eseguire il mio solos fu di un livello energetico spaziale. 

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?  


Cerco di stare tranquilla. Mi sono sentita catapultata in Italia dopo aver esibito il mio progetto a New York a Febbraio-Marzo, arrivando qui appena in tempo prima della chiusura totale.  Non è sicuramente facile attendere che tutto questo si attenui riportandoci una degna normalità ma certamente si può sfruttare al meglio un periodo cosiddetto “tranquillo” che solitamente per qualsiasi musicista stacanovista non esiste!   Quindi io compongo, mi preparo per ciò che potrà arrivare e tra un lavoretto e l’altro anche di aiuto altrui, cerco di capire come promuovermi in web ad esempio. Il mio desiderio rimane sempre l’essere ascoltata ed emozionare.    A proposito, ho pubblicato poco tempo fa “Diamond Explosion”, un videoclip spumeggiante di autenticità ed allegria, con ospite una mascotte speciale: la mia auto che ho ricoperto di prato sintetico, la famosa PratoSmileCar. Sorrisi assicurati!

Quali sono i tuoi programmi futuri?  


Uscita di altro singolo e video a breve.  Sto anche elaborando dei live di qualità con quartetto d’archi tutto femminile ed interplay di danza, attuando dei mini video in prova. Proseguo poi la composizione del “Bruangel Rebirth Project” con altri dieci brani. Meraviglioso e sorprendente è il riscontro che arriva ultimamente dal pubblico, ma cosa c’è di più…!!   Ringrazio tutti dal cuore augurando tanto buon meritato respiro!  Sorridete!

http://www.ilblogdiandrea.com/2020/11/bruangel-da-new-york-allitalia-una.html

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