Diamo oggi il benvenuto a Muriki, artista poliedrico che sta spopolando in radio e in streaming. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Muriki, leggiamo con senso di empatia l’intervista a Muriki, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, Muriki ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con nextpress.it, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Muriki!
– Com’è nata la passione per la musica?
Imparando a suonare uno strumento da bambino ho iniziato a percepire il mondo sonoro intorno a me con più attenzione e poi ascoltando tanta musica dai dischi, dalle radio, ai concerti.
– Cosa significa e com’è nato il nome “Muriki” e il suo sound?
Il nome è stato un’illuminazione suggeritami da un documentario che stavo vedendo su delle scimmiette acrobate della foresta atlantica che si chiamano più o meno così…mi suonava bene il nome e mi piacevano queste scimmiette per il loro forte senso di comunità. Il sound di questo progetto è qualcosa che ho in testa da sempre, una sedimentazione di musiche forse, quelle che mi sono rimaste dentro, un sound che sta nel mio sax e porto in giro dappertutto.
– Come è stato concepito l’EP “Muriki”?
“Muriki” EP è una piccola raccolta di 5 tracce nate da materiali sonori, temi e in un paio di casi anche testi, che sono stati sviluppati a livello compositivo e di struttura creandone degli standard afrobeat, con chiaramente una personalizzazione stilistica per quanto riguarda il sound e una ricerca di contenuto e forma per ciò che riguarda i testi.
– E com’è nato il suo videoclip?
Il video di “Involution” traduce in immagini il concetto espresso nel brano…dalle mie parti, nella tradizione popolare salentina, i tarantati danzano la pizzica per liberarsi dalle possessioni negative, e qualcosa del genere esiste anche nelle culture africane. “Involution” parla delle possessioni mentali, i condizionamenti esterni, di cui dobbiamo liberarci e le immagini del video mostrano simbolicamente proprio questo: una giungla, una danza dentro e fuori dalla gabbia, una lotta e, dopo una presa di coscienza, una liberazione finale.
– Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Non facile, un percorso che è sempre in salita direi… è difficile in Italia riuscire a far ascoltare la propria musica quando questa non rientra pienamente nei gusti generalizzati e questo si riflette su tutti gli aspetti della professione musicale, dalla produzione ai live.
– Quali sono le influenze artistiche?
Più che artisti mi piace citare dei generi che mi hanno formato. Ho ascoltato tanta musica reggae ska e poi funk e soul e naturalmente jazz e afrobeat e qualcos’altro…
– Quali sono le collaborazioni musicali?
Ho suonato in molti gruppi sempre nei generi che ho citato prima con alcuni ho scritto e prodotto anche dei dischi.
– E la collaborazione con l’etichetta Redgoldgreen nel lavoro in promozione
Una collaborazione nata da poco che spero produca buoni frutti.
– Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Mi piacerebbe poter trasmettere di quello che scrivo i contenuti di civiltà, cose che mi appartengono e che dico in maniera basica e personale ma che riguardano noi tutti nel nostro comune percorso su questo pianeta.
– Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Nei miei gruppi del passato ho partecipato e vinto alcuni contest che mi hanno permesso di suonare in festival importanti ma quello di cui vado più fiero e senz’altro l’ultimo, ovvero essere entrato nella programmazione Puglia Sound 2020/2021 per l’EP “Muriki” un disco che per la prima volta ho scritto e prodotto interamente da solo e mi ha fatto piacere ricevere questo riconoscimento proprio dalla mia regione. Mi sembra una buona partenza!
– Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che in Italia la musica mainstream sta fagocitando un po’ tutti impoverendo di fatto le alternative di ascolto…credo sia un problema culturale, una sorta di omologazione di un sistema un po’ a corto di idee… passano gli anni, accendi la radio e sembra di ascoltare sempre lo stesso brano con poche varianti…e la situazione è questa perché così si vuole che sia, un cliché buono per tutti!…dico questo perché per chi fa musiche definite di nicchia il percorso per farsi ascoltare è davvero complicato ma per fortuna ci sono alcune sacche di resistenza…
– Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Il disco, a parte un paio di sezioni cantate è prevalentemente strumentale, io consiglio di ascoltarlo tutto per gustare a pieno il sound di questo progetto.
– Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Sono fortunato perché nella vita sono principalmente un insegnante e quindi non mi è mancato il lavoro che è mancato in questo periodo a molti artisti che vivono esclusivamente di serate, certo mi è mancato suonare ma è stato in questo periodo che sono riuscito a finalizzare questo disco, quindi questo brutto periodo ha per me sicuramente un piccolo risvolto positivo.
– Quali sono i programmi futuri?
Spero che il disco vada bene e che si possa partire presto per portare in giro questo live!