Diamo oggi il benvenuto alla band Officine Bukowski, formazione poliedrica che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Deja Vu, condividiamo con piacere l’intervista alla band Officine Bukowski, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita dei componenti, la formazione Officine Bukowski si aprirà a noi con quelle che sono le esperienze, come con Sorry Mom!, le collaborazioni e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Officine Bukowski!
Com’è nata la passione per la musica?
Per quanto mi riguarda ho sempre ascoltato musica a 3 anni ascoltavo the wall dei Pink Floyd, senza saperlo ovviamente, e prima di andare a scuola già mi inventavo melodie su una vecchia pianola che mio padre aveva comprato.
Cosa significa e com’è nato il nome “Officine Bukowski”?
Il nome della band è nato dopo mesi di riflessioni, sembra incredibile ma trovare il nome del gruppo è sempre stata la cosa più difficile alla quale approdare, deve dare una vaga idea di quello che fai ma essere figo o potenzialmente tale. Alla fine a tutti a noi piacciono gli scritti di Bukowski e come noi era un tipo tosto ma disadattato e fiero di esserlo, amava il buon vino e le donne, ed essendo noi una fucina di tutte queste cose messe assieme ci è sembrato fosse il nome giusto.
Come è stato concepito il singolo “Deja vu”?
Si è partiti da un giro di basso e batteria il resto poi è venuto naturale e tutto a distanza perché con il lockdown non potevamo vederci.
E com’è nato il suo videoclip?
Sarò sincero a me il videoclip non piace, non mi è mai piaciuto ed ero fortemente contrario a farlo in questo modo, io avevo in mente tutt’altra idea, ma essendo una band ha deciso la maggioranza. Tuttavia sono qui a lanciare una sfida: andate a vederlo, guardatelo e dateci un parere sui nostri social, ditecelo: la canzone è bella ma il video no? vi piace? cosa sì cosa no? il video vi fa ribrezzo oppure lo trovate un esperimento interessante? è importante sapere cosa ne pensano i nostri fan o anche le persone che semplicemente per caso vi si imbattono, se lo vogliono criticare ben venga, le critiche se fatte con rispetto e con l’idea di spronare al miglioramento sono un’ottima cosa.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Deja vu come del resto anche l’altro singolo “Tutto cambierà”, non fanno parte di un album ancora ma ci stiamo lavorando.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
All’inizio di questa band eravamo partiti con sound molto diverso anche un po’ anacronistico a dir il vero, ma suonare live in elettrico nei locali diventa sempre più difficile, così abbiamo creato una versione totalmente riarrangiata del disco d’esordio, un mezzo unplugged, in modo da poter suonare anche in locali più piccoli ed abbiamo riscontrato un apprezzamento incredibile da parte del pubblico e dei locali. Così per il nuovo disco abbiamo preso una direzione un po’ più soft o per meglio dire più raffinata
Quali sono le influenze artistiche?
Quando dico le influenze musicali della band la gente strabuzza gli occhi, io personalmente ascolto davvero di tutto dalla classica al jazz, ma la mia anima è rock, dark. Carlo il bassista viene da hard rock e metal, Walter alla batteria passa da crossover a reggae, le cantanti Debora e Paola tra soul e reggae.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Con il primo disco abbiamo avuto il piacere di collaborare con Paolo Saporiti che è un cantautore straordinario e c’è pure una piccola comparsata di Gianmaria Accusani in un pezzo.
E la collaborazione con l’etichetta “SorryMom” nel lavoro in promozione
Nonostante sia stato un anno molto difficile per tutto il comparto musicale Sorrymom ci sta dando una mano per allargare la cerchia dei fan e non è sempre facile perché siamo un po’ degli orsi rispetto alla gestione dei social
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Ecco quella dei contenuti è una cosa più complessa di quanto sembra, essendo 5 teste (di cazzo) molto diverse tra loro, ognuno ha la sua visione, per quanto mi riguarda prima di qualsiasi altra cosa la musica deve trasmettere emozioni e poi le parole. Per dire De Andrè a me fa cagare e tutti mi odiano e mi danno dell’ignorante quando lo dico, la questione è che molti non capiscono non che dico che Faber fa cagare ma che a me non piace e NON perché non sia stato un grande paroliere, perché ha scritto dei testi meravigliosi oltre che molto potenti, ma perché musicalmente a parte qualche sprazzo qua e là non mi piace. Non è mai stato ricordato per la bellezza delle sue melodie ma sempre per i suoi testi memorabili.
Ecco il punto è questo, io quando faccio le mie melodie ho in mente delle emozioni che però spesso non vengono colte da chi scrive i testi (Debora) e quindi stabilire quali contenuti vogliamo trasmettere diventa soggettivo. Che pesantezza sta risposta ahahaha
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Guarda sui concorsi ci si sarebbe da dire di tutto e tranne che in rare occasioni, sono da evitare come la peste, perché nelle migliori delle ipotesi sono “truccati”, nella peggiore sono un modo per far soldi sui musicisti ed è ignobile.
Quasi non ricordiamo più cosa vuol dire suonare live… maledetto coronavirus del cazzo.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
A dispetto di quello che si pensa in Italia abbiamo veramente un sottobosco con musicisti coi controcazzi, con grandi idee e canzoni stupende.
Pochi lo ammettono, ma di base i problemi sono 2: primo, alla maggioranza delle persone non frega un cazzo di scoprire musica nuova se non passi in mainstream, ma fino a qualche anno fa non era così grave perché con i live nei posti giusti, gli artisti in gamba avevano il loro giro.
Secondo e forse anche più problematico, oggi tutti possono fare musica nella cameretta o nel garage e registrarla anche bene, il guaio è che tutti vogliono farla ma quasi nessuno vuole andare a sentire quella degli altri (a meno che non sei già “qualcuno”). Ma non solo, è giusto che tutti possano avere la possibilità di fare canzoni ci mancherebbe, ma la stragrande maggioranza non dovrebbe, so che è odioso da dire, (forse nemmeno noi dovremmo farla) ma è così, non siamo tutti artisti come non siamo tutti panettieri ( fare il pane bene è un arte) e non sappiamo fare tutti del buon vino e non siamo tutti grandi chef e mai lo diventeremo. Non fraintendermi, tutti possono fare tutto finché lo fanno per divertirsi. Ma il mercato oggi è talmente saturo di singoli e dischi buttati fuori ogni settimana che anche per chi è addetto ai lavori diventa impossibile fisicamente ascoltare tutto e selezionare chi davvero merita, quindi si affida sempre ai soliti contatti e amici di amici per scegliere gli artisti a cui dare spazio.
In questo modo la marea di gente che crede di saper fare canzoni (e mi ci metto pure io: offusca quei pochi veramente interessanti e magari innovativi che non riescono a farsi notare e rischiano di affogare pur avendo una qualità musicale nettamente superiore rispetto alla massa.
La soluzione? non so se ne esista una, ma di base ci vorrebbe più onestà da parte di tutti, a partire da un piccolo esame di se stessi per capire se davvero vogliamo fare i musicisti nella vita e se sappiamo cosa comporta. Ma sopratutto onestà da parte di TUTTI gli addetti ai lavori a partire dalle sedicenti etichette indipendenti che nella maggioranza dei casi sono accumulatori di cataloghi per lucrare sui musicisti. Mi spiego: è vero che anche i Beatles furono respinti da tantissime etichette (erano altri tempi ed erano major), ma è pur vero che erano i Beatles ed hanno fatto una gavetta non da poco, voglio dire, se quello che faccio fa cagare tu addetto ai lavori me lo devi dire, non dirmi si si va bene così io ti pago per la produzione, la registrazione la promozione ecc. ecc. Se devo migliorare me lo devi dire, se c’è del buono ma devo maturare me lo devi dire, diversamente chiunque pubblica un disco che fa cagare in mezzo ad altri 10 milioni che fanno cagare e la situazione non cambia. chi ci guadagna sono sempre i soliti ma l’artista la prende in quel posto.
Ok ok la smetto.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Il singolo “Tutto cambierà” uscito l’estate scorsa, per noi era un pezzo “puttana”, decisamente fuori dal nostro sound, tuttavia per chi lo ascolta bene si può sentire che c’è una ricerca particolare nelle armonie sotto il cantato. Per quanto mi riguarda la canzone che preferisco è “Solo te” che fa parte del primo album “il primo giorno d’inverno” , è nata in 5 minuti io suonavo la chitarra e Debora immediatamente ha trovato melodia e parole e si tratta di uno di quei rari casi in cui musica e parole trasmettono le stesse emozioni fortissime. Credimi è davvero un pezzo molto bello e di forte impatto.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Periodo covid-19? Guarda se fossero diventati tutti zombie mi sarei divertito un botto a fare strage in stile 28 gg dopo, ma se poi fossi diventato zombie pure io uhm…? Scherzo, comunque è unammerda.
Quali sono i programmi futuri?
Stiamo lavorando su due nuovi brani e se dio vuole dovrebbero uscire in primavera estate. Vediamo…