Straordinaria intervista oggi a Febe, artista poliedrica che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro What if, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a Febe, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Febe ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Febe!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Ho sempre amato la musica, fin da quando ero molto piccola mi mettevo a disegnare e mi inventavo le canzoni sui personaggi che raffiguravo, poi in quarta elementare ho iniziato chitarra e nel 2016 a prendere lezioni di canto dalla mia insegnante Luisella Sordini, che è una grande professionista e mi ha tirato fuori una voce che si vergognava a sbocciare. Per tutta la vita la musica è stata una colonna portante, mi ha salvata tante di quelle volte che non riesco più a contarle.
Cosa significa e com’è nato il nome Febe e il suo personaggio, il suo sound?
Il nome FEBE è un elegante nome di origine greca e significa “luminoso”. Infatti, “Febo” era uno dei tanti aggettivi usati per definire Apollo, dio della musica, delle arti, della profezia e del sole. Il legame che ho con la mitologia greca e la musica mi ha portata a scegliere “Febe” come nome d’arte. Febe in quanto personaggio ha un tono di voce autentico, vulnerabile e sincero, voglio che la gente si riveda in lei, che si senta meno sola, Febe a differenza di Emily (che sono io come persona) fa delle sue debolezze un cavallo di battaglia. Il sound che sentite in what if con molta probabilità non lo sentirete nelle prossime uscite, in questo primo progetto ho deciso di sperimentare più generi per trovare poi quello che mi si addice di più per un futuro album.
Come è stato concepito il lavoro What if?
È stato più naturale di quello che sembra: tutto è partito da un giro molto semplice di accordi, le note del mio telefono e una registrazione. Ho mandato la demo allo studio dove ho inciso tutto il mio EP e dato un po’ di direttive su quale stile avrei voluto l’arrangiamento, ci siamo ritrovati poi, dopo le prime bozze, per discutere di cambiamenti e registrarla e devo dire che ce ne siamo innamorati tutti già dai primi ascolti. Ha qualcosa di speciale e autentico per me questa canzone.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Certamente, abbiamo registrato il videoclip (che trovate su YouTube) in due giornate: una in giro per Firenze e una a Lido di Camaiore in Versilia, volevamo dargli questo aspetto un po’ sognante e meditativo, così come lo è la canzone. Il microfono è una metafora: la musica come unica cosa a cui aggrapparsi per provare a uscire da un brutto periodo e per non rinunciare a vivere.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
What if fa parte di un EP che uscirà presto, si chiama Drowning, ed è composto da cinque canzoni tutte di generi abbastanza diversi tra loro, unite da un’unica tematica che mi sta a cuore: la salute mentale, la solitudine, l’ansia e l’arte come terapia.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Registrare questo EP è stato liberante e divertente, ma non vi nascondo che ho faticato a guadagnarmi i soldi per produrlo, girare i videoclip, le foto, la promozione. Non potevo far gravitare tutte queste spese sui miei, già ne fanno troppe per me! Ho lavorato in posti di lavoro che non erano il massimo pur di racimolare qualcosa, ma almeno ne è valsa la pena.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Partendo dal presupposto che ascolto di tutto, in what if si sente molto l’influenza di Lana Del Rey, nei prossimi sicuramente riconoscerete i Linkin Park, Justin Bieber, Avril Lavigne, Lene Marlin, The Canberries e i Coldplay.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Durante la produzione di questo EP, non credo che sarei mai riuscita a fare qualcosa di meglio senza i ragazzi del Blair Witch House Studio (Samuele Casale, Giulio Gaudenzi, Niccolò Coveri). Hanno capito le mie esigenze, le mie idee, l’aspetto che volevo dare all’intero progetto e sono stati fantastici. Inoltre ormai dopo un anno e mezzo che lavoro con loro siamo diventati amici e in studio ci divertiamo moltissimo.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Sta andando molto bene! Sono soddisfatta ed emozionata perché sto facendo diverse interviste e ricevendo complimenti anche da persone che non mi conoscevano prima, quindi direi che la promozione sta procedendo alla grande.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Che anche il dolore si può trasformare in qualcosa di bello, si può trasformare in arte, in una cosa che invece di prosciugarti ti arricchisce.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Per ora, essendo artista emergente, non ho di così grandi esperienze… Nel 2017 ho partecipato a Talenti Valdarno, un contest nella mia zona che andava in onda su RTV38, arrivai in finale, ma ero ancora molto immatura vocalmente parlando. Mentre nel 2021 sono arrivata alla fase costruzione squadre del contest The Coach, sulla 7Gold. Occasionalmente mi esibisco in qualche locale e presto lo farò anche con le mie canzoni, appena ne avrò l’occasione.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Secondo me in Italia c’è ancora molta incertezza con il cantare in Inglese… Come se la strada e il successo che hanno spianato Elisa, Zucchero e che ora percorrono anche i Måneskin non fosse una dimostrazione sufficiente di come anche un’artista italiano possa superare il confine e farsi sentire anche fuori da casa. Io sarò di parte perché scrivo in inglese, ma questo è quello che percepisco nel panorama attuale.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Per adesso non ci sono altri brani, ma ad Ottobre uscirà il secondo singolo, quindi vi consiglio di seguirmi sui social per non perdervi le prossime uscite! Mi trovate su Instagram e TikTok come @febe.music, su Facebook e YouTube come FEBE.
Progetti a breve e lungo termine?
Sicuramente voglio continuare a fare nuova musica, provare a partecipare a qualche talent come Amici o XFactor nel prossimo anno e conoscere artisti con cui poter collaborare e arricchire il mio bagaglio musicale.