È giovanissima, ha un grande talento e lo esprime con tanti strumenti tutti suoi amici. Dalla sua penna escono opere bellissime, arricchite da uno stile non convenzionale, che si rifà alla canzone francese. Helen scopre la musica appena muove i primi passi, e fin da subito ama e studia, arrivando a importanti collaborazioni ai giorni nostri. Una promessa da tenere d’occhio, che con grande delicatezza ci farà ascoltare brani sempre più interessanti, a partire dal suo più recente “Aria” lavoro discografico -il terzo per la precisione-, realizzato e prodotto con il grande Momo Riva.
In questa intervista sveliamo qualcosa in più di questa giovane artista, ricca di contenuti e di potenziale!
Ciao Helen, com’è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica nasce insieme a me. Ho imparato fin da bambina a cantare e comporre e all’età di 15 anni ho cominciato a studiare canto moderno approfondendo in seguito gli studi in qualità di allieva di canto lirico. Per me fare musica è una necessità e non riuscirei ad immaginare la mia vita senza di essa.
Il tuo grande talento non si esprime solo con lo strumento voce, ma anche con tanti altri come abbiamo avuto modo di apprezzare dai tuoi lavori. Come hai fatto a imparare e a perfezionarti, giovanissima, su così tanti ambiti?
Ho cominciato ad avvicinarmi a questo mondo fin da bambina come autodidatta. In quel periodo mi fermavo sempre davanti ai negozi di musica ad ascoltare i musicisti con molti anni di esperienza mentre provavano lo strumento che avrebbero acquistato a breve. Li ammiravo molto e pensavo che per me non sarebbe mai stato possibile essere come loro. Con il passare del tempo ho capito che i limiti erano soltanto nella mia testa e che dovevo abbattere queste barriere. Così ogni volta che sentivo la necessità di avere un nuovo strumento in casa, mettevo da parte i soldi e andavo subito ad acquistarlo per imparare a suonarlo. Il mio approccio con ogni strumento è strettamente artistico, mi permette di trovare l’ispirazione per i miei brani e di potermi esprimere in modo molto personale.
E il tuo rapporto con gli strumenti per realizzare musica come l’elettronica e l’audio editing e l’effettistica?
Ho conosciuto il mio produttore Momo Riva presso il TdE Studio (TdE ProductionZ) nel 2018 e guardando il suo modo di lavorare mi si è aperto un mondo. Mi sono subito innamorata del concetto di produzione musicale e ho sentito la necessità di approfondire anche questo settore.
Raccontaci del tuo lavoro discografico “Aria”
È un disco che parla di libertà, sogni, sentimenti, diritti e amore e descrive a 360 gradi il mio mondo interiore.
È un progetto in cui mi sono divertita a sperimentare spaziando dal mondo elettronico a quello acustico, ricercando ogni suono con cura, mescolando ritmi “trap” e sonorità “pop”. Ho cercato di mettermi alla prova stravolgendo gli arrangiamenti che ritenevo più scontati e banali per dare vita a qualcosa di unico e personale che rispondesse alle mie esigenze artistiche.
Come hai conosciuto e com’è nato il sodalizio con l’artista e polistrumentista Momo Riva?
Come ho già anticipato, ho conosciuto Momo Riva nel 2018 recandomi presso il TdE Studio con l’intenzione di registrare alcuni inediti. È stata la prima persona a credere nelle mie canzoni e a valorizzarle e ci terrei a sottolineare il suo contributo all’interno di quest’album per il quale ha arrangiato, prodotto e suonato con me i brani dandomi sempre ottimi consigli.
Oltre alla collaborazione in “Aria”, dove hai tu stessa affermato l’interazione e il ruolo proattivo di Momo Riva che ha valorizzato la tua arte, quali altre collaborazioni e incontri hanno segnato il tuo percorso?
‘Aria’ è il mio terzo album e, sia questo che i precedenti, sono stati registrati prodotti e in parte scritti in collaborazione con Momo. Per il momento è stata l’unica collaborazione artistica che ha segnato il mio percorso.
Cosa ti dà la lingua francese in più rispetto ad altre nella stesura dei tuoi testi?
Sono nata in Valle d’Aosta, una regione francofona dove si studia il francese sin dalle scuole elementari per cui l’utilizzo di questa lingua per i miei testi è una scelta del tutto spontanea e naturale che nasce da un’esigenza creativa e che riesce perfettamente ad esprimere come mi sento e ciò che sono.
Se pensiamo al panorama musicale francese di ieri e di oggi, quali sono stati e sono i tuoi riferimenti e modelli musicali?
Per parlare dei miei modelli all’interno del panorama musicale francese devo cominciare facendo un salto indietro di circa 170 anni. Ho studiato per un breve periodo canto lirico al Conservatorio della Valle d’Aosta e questo mi ha permesso di avvicinarmi alle opere del compositore Gabriel Fauré che sono state per me una grande fonte di ispirazione. Tra gli artisti francesi di un’epoca più contemporanea ci terrei a citare in ordine cronologico Serge Gainsbourg, Camille e Christine and the Queens.
Come stai vivendo da artista e da persona, questo periodo difficile del covid-19?
È un periodo di estrema difficoltà per tutti, soprattutto per gli artisti. In ogni caso ho cercato di non scoraggiarmi e di vivere la situazione negativa come stimolo per poter dare sfogo alla mia creatività. È stato un periodo in cui ho composto molto (la maggior parte dei brani di ‘Aria’ nascono da qui) e mi ha permesso di lavorare molto sulla mia crescita artistica.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Il mio sogno più grande è quello di poter vivere di musica e di arte. Per me creare è sempre stata una necessità che nasce dal profondo e lavorerò sodo ogni giorno, continuando a suonare, a scrivere e a studiare per costruire il mio futuro artistico.
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