Franca Barone è una cantautrice jazz di Milano. Fin dai primi anni di vita la musica l’ha accompagnata dapprima con lo studio per il pianoforte e la musica classica, verso i 14 anni si è innamorata del jazz. Questo mix di talento e studio ha condotto l’artista verso un sound molto personale e variegato, fatto di tanta cultura che con la passione hanno trovato ampio spazio d’espressione. Numerose le collaborazioni e le occasioni di esprimere il proprio talento, la Barone è attualmente impegnata nella promozione di “Be Kind” un brano in 5/4 con un testo fuori dagli stereotipi, una canzone con tratti di denuncia dei cliché di cui ancora oggi le donne soffrono. Un’artista che sa spaziare fra le note leggere e le tematiche impegnate, che ringraziamo per il prezioso tempo concessoci!
Ciao Franca, la musica ha accompagnato la tua vita. Si sente come tu e le note siate una cosa sola. Ma com’è nata la passione per il jazz, in particolare?È nata intorno ai 13-14 anni. Grazie ai miei genitori ho sempre ascoltato musica fin da molto piccola (anche jazz), un giorno tra i cd di mio padre ho trovato una raccolta di Sarah Vaughan. Aveva una voce così intensa e unica che mi ha letteralmente stregata. Dopo di che ho voluto suonare e ho cominciato a sentire di tutto, da Bill Evans a Esperanza Spalding, da Carmen McRae a Robert Glasper con gli R+R=NOW.
Molti giovani oggi crescono con videogiochi, cellulari e altre cose non troppo edificanti per il proprio futuro. Raccontaci la tua esperienza di persona speciale, cresciuta con un’amicizia speciale…È stato bello, è tutt’ora molto bello anche se i rapporti lunghi sono sempre difficili, si viaggia tra alti e bassi ed è tutta una questione di compromessi. Oltre ad ascoltarla l’ho sempre usata componendo, e lì sono gioie e dolori. La musica è un’amica che va cercata, le devi stare dietro tu, è troppo popolare non è certo lei a chiamare te, però ogni volta che la incontri è capace di darti tutto quello di cui avevi bisogno.
A cosa devi i primi passi con la musica?Sicuramente ai miei genitori, mia mamma mi ha fatto prendere lezioni di piano da piccolissima, avrò avuto 4 o 5 anni. Per me era una tortura ma oggi la ringrazio infinitamente.
Raccontaci del tuo brano “Be kind”, che come è stato preannunciato, ha il sapore di denuncia di certi stereotipi.“Be Kind” è un brano in cui affronto il tema degli stereotipi di genere e del sessismo contro le donne. Nell’espressione “Be Kind” ho riassunto un certo tipo di diktat a cui le donne fin da bambine devono sottostare, sostanzialmente ci viene richiesto implicitamente o esplicitamente, con le buone o con le cattive, di essere gentili, sorridere, stare al nostro posto, composte, senza disturbare, mettere il nostro corpo a disposizione. In questo brano ho voluto portare l’attenzione sul fatto che, spesso, i diktat sono imposti da una donna ad un’altra donna. Perché il patriarcato è un sistema molto esteso e complesso che con i suoi strumenti ha fatto sì che moltissime donne siano tutt’oggi maschiliste. Sembra un paradosso ma a pensarci bene è naturale che sia così se sei nata in un sistema simile, é il meccanismo per cui alcune persone discriminate (per la religione, per l’orientamento sessuale ecc…) per sentirsi accettate dal gruppo dominante fanno discriminazione all’interno del gruppo discriminato in cui si ritrovano in modo quasi più feroce. Anche tra le donne è una cosa molto comune, anche se fortunatamente c’è sempre più consapevolezza.
Dal tuo animo nonconformista e dall’estro che ti contraddistingue sono nate diverse opere. Partendo dalla più recente, “Be kind”, quali sono state le altre?
“Be Kind” è il primo singolo del mio secondo album. Il primo album “Miss Apleton” è uscito nel 2016, sempre con Irma Records, contiene 7 brani originali ed ha a mio parere un sound più “tradizionale”, più bebop. L’Album “Be Kind” (in uscita prossimamente), racchiude 10 brani, tutti originali, in cui mi sono lasciata trasportare dalla mia vena compositiva senza chiedermi se fosse jazz, nujazz, pop o soul.
Chi sono i tuoi attuali compagni di viaggio e quali sono state le tue collaborazioni musicali?In “Be Kind” hanno suonato Cesare Pizzetti al contrabbasso (bassista e contrabbassista di Tullio De Piscopo oltre che autore e compositore di svariati album e progetti tra cui i Loop Therapy), Vincenzo Barbarito alla batteria e Edoardo Maggioni al piano e tastiere. Questi ultimi, due giovani talenti del panorama milanese che insieme a Marco Tassia hanno un loro progetto in trio di nujazz, The Lazy Cat Experience.
Programmi per il futuro?
Sto progettando qualche data (periodo permettendo) e vorrei far provare a far sentire la mia musica anche fuori dall’Italia. Poi ho un terzo disco in canna, ma sarà tutta un’altra musica!