Intervista a quattro occhi con FABIO D’AMATO formidabile artista

Intervista a quattro occhi con FABIO D’AMATO formidabile artista

Con grande gioia diamo il benvenuto a FABIO D’AMATO, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro VERTIGO, condividiamo con piacere l’intervista a FABIO D’AMATO, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, FABIO D’AMATO si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con AbacusWeb, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a FABIO D’AMATO!

Com’è nata tua la passione per la musica?

La mia passione della musica è nata quando avevo 7 anni. Mio papà appassionato di musica mi comprò una piccola batteria acustica, e così iniziai ad avvicinarmi alla musica.

Ma il giorno decisivo fu quando entrai in una chiesa, avevo 7 anni e da poco era partito il mio interesse verso la musica, ad un certo momento sentii suonare l’organo, era un brano di Bach la famosa Toccata e fuga in Re Minore, così mi si aprì un mondo e decisi di imparare a suonare quel pezzo.

È così che ho iniziato a studiare musica classica, brani per organo, e con il tempo e lo studio ho imparato a suonare Bach, quella famosa Toccata e fuga, a memoria.

Mi sono avvicinato al pianoforte all’età di 11 anni, è stato amore totale per lo strumento,  ma non mi è mai bastato suonare i brani degli autori più  famosi, mi veniva naturale cercare di fare qualcosa di mio, così all’età di 15 anni ho iniziato a comporre le mie prime  le mie prime opere strumentali e, da allora, non mi sono più fermato…


Cosa significa e com’è nato il nome FABIO D’AMATO e il suo personaggio, il suo sound?

Fabio D’Amato è il mio nome dalla nascita, quindi non ho voluto creare alcun nome artistico particolare, il mio nome alla fine lo reputo abbastanza musicale e mi è sempre piaciuto, non mai sentito l’esigenza di doverlo cambiare.

Il mio sound è fatto in primis dal suono del pianoforte, che è alla base di ogni mio brano o composizione..

Mi piace molto poi elaborare il suono del piano sporcandolo con effetti come reverberi, rumori, stanze, ambienti, a seconda del tipo di emozione che voglio tirare fuori dal brano.

Poi utilizzo spesso gli archi che vanno a dialogare con le melodie o che vanno a creare quei tappeti che stimolano l’intensità dei un brano.

Senza dimenticare l’utilizzo dell’elettronica e synth, che spesso inserisco nei brani cercando di mixare l’acustico con l’elettrico, un binomio sempre di grande emozionalità.

Come descriveresti la nascita di VERTIGO?

Vertigo è nata un po’ come sono nate tutte le mie composizioni, ovvero la partenza è sempre un’emozione particolare di qualcosa che mi colpisce e mi prende. Ecco quando parte la necessità di comunicare mi siedo davanti ai miei amati tasti, spengo tutte le luci, mediamente di notte, poggio le mie mani sulla tastiera e davvero come in una sorta di trance le mie mani partono alla ricerca di quelle note di quell’emozione. Registro tutto, e molto spesso quando riascolto quello che ho registrato rimango sorpreso: quasi tutti  i miei brani sono nati così.


E com’è nato il suo videoclip?

Il videoclip è nato grazie alla collaborazione con il  regista Doni Rawan che aveva già collaborato con me nel singolo “Power”.

Doni ha sempre avuto una grande sensibilità verso i miei brani ed è riuscito, quindi, anche in questo ad esprimere la bellezza della vita, quel sentimento di vertigine che ci assale, in senso positivo,  quando ci rendiamo conto che la vita ha la sua meraviglia, in ogni piccola cosa e nel quotidiano,  nonostante le difficoltà che la stessa esistenza ogni giorno ci obbliga ad affrontare.


 

 

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Questo è un brano singolo che segue l’uscita del mio terzo album “Esssential Songs3”, pubblicato a Giugno 2021. E’ molto probabile che farò uscire dei nuovi singoli e che ci sarà un album che li conterrà, diciamo che mediamente pubblico un  album ogni 2 anni.


Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Devo dire che è stato un bel viaggio artistico.

Un percorso fatto di tanto studio, tanta fatica e volontà e dal non mollare mai.

Sono partito ovviamente da studi di musica classica, ma ho sempre strizzato l’occhio anche alla musica pop. Di conseguenza ho sempre inseguito il mio sogno di poter far ascoltare la mia musica ad un pubblico sempre più  vasto. Nella mia esperienza artistica mi è capitato di fare il musicista puro, l’arrangiatore, il produttore, il direttore artistico, insomma  mi sono occupato di tanti aspetti della realtà musicale.

“Vittorie” e “sconfitte” sempre a braccetto, ma sempre con la passione nel sangue.

Un giorno ero in un studio a suonare il pianoforte e una persona molto importante mi sentii suonare, mi chiese di comporre dei brani al piano al volo e così vedendo la mia facilità e attitudine alla composizione, partì una collaborazione. Poi ho sempre scritto canzoni e collaborato con altri autori, anche scrivendo per artisti emergenti. Dopo tutte queste esperienze, ho deciso nel 2017 di uscire con il mio primo album personale di mie composizioni al piano e archi : con mia gande sorpresa i brani hanno iniziato a farsi sentire e poi sono partite delle collaborazioni per spot, jingle musicali, in radio, tv;  delle tracks dell’album sono entrate in alcune pubblicità. Insomma è stato l’inizio di tutto quello che poi è arrivato…


Quali sono le tue influenze artistiche?

Be’ io ascolto un po’ di tutto, sicuramente il mio primo amore è stato Bach, ma non ho mai avuto una vera influenza artistica. Ascolto tantissimi artisti, pianisti moderni, pianisti tra pop/classica.

La mia ricerca però è sempre stata quella dell’essenzialità di un brano, la ricerca delle note, insomma le mie influenze alla fine sono una somma di tanti ascolti, tante letture.


Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Ci piacciono molto le collaborazioni : mediamente le collaborazioni avvengono con i musicisti che suonano nei miei brani, soprattutto per la parte degli archi quando intervengono in un brano.

Poi ci sono le collaborazioni con diversi artisti emergenti e nel mondo della moda e degli spot.

 

E la collaborazione con AbacusWeb nel lavoro in promozione?

Be’,  devo dire che oramai con Abacus c’è un rapporto davvero di stima reciproca ed è davvero un piacere collaborare con persone serie come loro.

Diciamo che nel tempo sono riuscito ad avere la fortuna di trovare le giuste collaborazioni sia dal punto di vista professionale che umano, che è importantissimo.

Non basta solo la professionalità, perché quando parli di arte c’è dentro dell’altro e con Abacusweb c’è la parte umana che è molto forte e che aiuta tantissimo in una promozione artistica.


Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Per questa domanda la risposta è molto semplice e non prevede tanti giri di parole, per me  è  fondamentale una regola:  la musica deve “EMOZIONARE”.


Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Sinceramente, dopo tanti anni ho trovato la mia forma artistica a me più congeniale.

Dopo una vita passata a suonare in giro per diverse situazioni, sto preferendo sfruttare il mio tempo per la composizione, quella più intima. Non sono tanto per i concorsi, mentre per i concerti ho avuto richieste, ma come dicevo, dopo tanto tempo passato in giro, preferisco, almeno per il momento, concentrarmi sulle mie note.


Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Domanda complessa e difficile da strutturare come risposta.

In Italia la musica è importante ma non viene tutelata, non viene protetta, è tutto un continuo mordi e fuggi.  Da tempo è cambiato il modo di produrla ed è cambiato il modo di ascoltarla, poi la pandemia ha complicato un po’ tutto ulteriormente.

Ci sarebbero tanti discorsi da fare, ma il punto di partenza è proprio il fatto della non tutela della musica, del non rispetto spesso dei musicisti e degli artisti.

Un grande peccato…

 

 

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Consiglio  di andare sul mio profilo artistico su Spotify o qualsiasi altra piattaforma digitale ed ascoltare qualche altro mio brano, giusto per capire quello che scrivo. Tutti  i miei brani sono pezzi di me, quindi non potrei consigliare un brano piuttosto che un altro….magari se v’incuriosisce qualche copertina ascoltate il brano!


Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Sicuramente è stato un periodo davvero complicato, per tutto e per tutti.

Ne ho approfittato per scrivere, testi ,composizioni, insomma avere avuto più tempo mi ha dato modo di fare più cose e di scrivere ad un EP ed un singolo dedicato a questo brutto periodo.

Di nuovo la musica è stata la compagna che mi hai aiutato anche in questa situazione.


Progetti a breve e lungo termine?

 

Sicuramente mi piacerebbe scrivere un mio quarto album e altri singoli. Collaborare sempre con altri artisti è qualcosa sempre molto importante per me perché c’è quella cross contamination che fa bene all’anima.

Ho lavorato in questi ultimi periodi anche con la moda e con gli spot e adesso sono in trattativa per un documentario molto emozionante.

 

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