Obsidian Chase e altre storie, raccontate direttamente da Sharasad

Obsidian Chase e altre storie, raccontate direttamente da Sharasad

Diamo oggi il benvenuto alla band Sharasad, formazione poliedrica che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Obsidian Chase, pubblichiamo con gratitudine l’intervista alla band Sharasad, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione Sharasad ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto alla band Sharasad!

Com’è nata vostra la passione per la musica?

Ognuno di noi ha sempre ascoltato tanta musica, dall’infanzia, e ancora oggi continua a farlo. Anche tra di noi, ancora prima di suonare insieme, abbiamo sempre condiviso nuovi e vecchi artisti, piccole nostre perle e, soprattutto, concerti dal vivo.

“Sharasad” vogliamo sapere di più dei vostri superpoteri…!

Se la costanza è un superpotere, allora il nostro potrebbe essere questo. Non siamo dei virtuosi: abbiamo iniziato a suonare insieme, senza nessuna esperienza precedente: l’unico modo per far crescere la nostra passione era quello di insistere con la pratica.

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Obsidian Chase?

Sia per Obsidian Chase che per tutte le altre canzoni il processo è sempre quello di creare prima insieme la musica, arrivando ad una versione quasi definitiva. Quando la struttura è completa, le melodie abbozzate fino a quel momento diventano parole di senso compiuto che cercano di convertire in parole le sensazioni, le emozioni e i posti nei quali già la sola musica ci trascina.

E com’è nato il suo videoclip? (non c’è videoclip)

Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album? Questo è il primo singolo di un album, Tales from The Rabbit Hole, che uscirà ad Ottobre.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, volete raccontarcele?

La prima parola che associamo alle band è spesso quello di famiglia. Se, come nel nostro caso, passi tendenzialmente molto tempo insieme devi affrontare, come in qualsiasi rapporto duraturo, alcune situazioni spinose, caratteristiche dell’uomo che portano al confronto. Questo ti fa crescere tanto e ti permette di creare una forte alchimia che solo così può essere forgiata. Crescendo insieme anche musicalmente, oltre che come persone, mano a mano che vai avanti hai più cartucce anche da sparare.

Quali sono le vostre influenze artistiche?

Ognuno di noi ha un punto di partenza che poi si è sviluppato: veniamo dal classic rock con più influenze psichedeliche (Beatles, Pink Floyd), passiamo all’hard rock dei Black Sabbath fino ad arrivare all’alternative/indie più moderno (Strokes, Arctic Monkeys e Queens of The Stone Age)

Quali sono le vostre collaborazioni musicali?

Attualmente non abbiamo collaborazioni attive come Sharasad.

Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?

Il tema ricorrente è quello delle sfaccettature e debolezze che spesso caratterizzano e muovono l’essere umano. Debolezza, riflessione, azione/forza che sono le tre fasi cicliche di una macchina imperfetta come l’uomo. Ci piace pensare che nelle nostre canzoni la realizzazione avviene in un ambiente desertico, in quel momento della giornata dove le ultime luci arancioni/rossastre lasciano spazio alla notte, quando, grazie alla luce della luna, tutto si rivela per ciò che è realmente, quando le pulsioni più recondite hanno tempo e spazio per manifestarsi, diventando musica.

Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Tales from The Rabbit Hole è il nostro primo album. Tra il 2022 e il 2023 abbiamo pubblicato 5 inediti, ma questa è la prima esperenza con una realtà come quella di Overdub Recordings: è tutto in divenire per noi, una scoperta. Per quanto riguarda i live: consideriamo noi stessi una band da concerto dal vivo, quindi rimane sempre per noi il vero obiettivo quello di suonare dal vivo lontani dal proprio giardino e dalle proprie conoscenze.

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?

Si tratta di una scena che ha subito un grande aumento di ascolti rispetto alla musica straniera con il boom della scena indie ad inizio 2010 e della musica trap poi, anche in seguito a modernizzazione di vari format ormai senescenti come Sanremo e i talent vari. Gli italiani sono sempre stati abituati ad ascoltare musica pop, fin dai primi imitatori di Elvis italiani negli anni ‘50 e dalle traduzioni in italiano di successi oltreoceano negli anni ’60 e ’70. Dove siamo oggi, cosa ascoltiamo oggi e cosa fa successo in italia oggi penso sia frutto dello sviluppo pop(olare) del nostro orecchio in quegli anni.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

Risponderemmo con: tutto il nuovo album, ma dovete aspettare ancora un paio di mesi. Un pezzo già pubblicato al quale siamo molto legati è Dead Man (Held on Hand).

Quali sono i vostri sogni nel cassetto?

Aprire un concerto dei Queens of the Stone Age in un bel posticino in California.

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