Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto alla band catullo 9, formazione poliedrica che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Mosaici, pubblichiamo con gratitudine l’intervista alla band catullo 9, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita dei componenti, la formazione catullo 9 si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto alla band catullo 9!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
Per quanto riguarda me (Anna), è nata prima la passione per la scrittura. Ho sempre amato la musica ma già da bambina il mio passatempo era quello di giocare con le parole, quando a dodici anni ho iniziato a suonare la chitarra ho capito di voler dare un corpo più completo a quello che scrivevo.
Io (Giacomo) sono nato in una famiglia di artisti e musicisti ed anche nei momenti difficili la musica era presente. Sono stato fortunato ed ho sempre giocato con tanti aspetti diversi del fare musica e comporre, e questo mi ha portato ad avere una buona visione d’insieme e quindi a scegliere la strada del produttore, del compositore.
Com’è nato “catullo 9” e il suo sound?
catullo 9 nasce in un appartamento di Milano dove ci siamo ritrovati io, Giacomo e altri due ragazzi, eravamo tutti lì per i nostri studi. Fortuna vuole che fossimo entrambi musicisti, siamo passati dal suonare insieme per gioco e per passatempo al creare qualcosa insieme, facendo avvicinare i nostri due mondi anche se molto diversi tra loro.
Il disco è un calderone di diverse influenze, dal cantautorato italiano al pop elettronico degli ultimi anni, da Battiato a Kanye. Abbiamo cercato uno stampo il più personale possibile.
A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per Mosaici?
Decisamente, mosaici è nata una sera in modo molto semplice. Avevo queste due frasi che mi ruotavano in testa e avevo tirato giù qualche accordo di strofa e ritornello ma non mi davano molta soddisfazione, appena l’ho fatta sentire a Giacomo lui ha trovato il giusto arrangiamento e, aggiungendo idee su idee, in praticamente un giorno è venuto fuori il pezzo.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Si! Abbiamo girato un video molto semplice ma efficace nel suo intento.
Il video tenta di riassumere un mosaico di emozioni e vite normali ma distanti, come la relazione tra i due protagonisti del brano.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
L’album si chiama proprio “catullo 9”, non è ancora uscito ma è già completo. Racchiude tutto il nostro periodo milanese e si porta dentro speranze e timori dei nostri vent’anni.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la vostra storia, tutto il suo percorso!
Io (Anna) purtroppo, a parte qualche anno di studio di chitarra, ho sempre fatto tutto da sola. Non ho mai fatto studi inerenti all’ambito musicale, per me è più una creatività naturale e spontanea. Solo da poco tempo ho deciso di farla diventare qualcosa di più reale e concreta, anche per questo non ho esperienze di nessun tipo.
Per quanto riguarda me (Giacomo), da piccolo ho preso lezioni per imparare a suonare la batteria e da autodidatta ho imparato a suonare basso, chitarra e batteria. Ho, inoltre, studiato per tre anni canto lirico e sono laureato alla Civica di Milano come Tecnico del suono.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Io (Anna) sono cresciuta con il cantautorato italiano, poi sono passata a quello inglese ma diciamo che mentre sulla scrittura sono più selettiva, per quanto riguarda la musica amo ascoltare qualsiasi genere per studiare quali suoni e quali atmosfere si possono avvicinare di più a ciò che voglio fare.
(Giacomo) Le mie influenze artistiche sono scoordinate ed aeree: ho sempre cercato un “fattore X” nella musica, senza curarmi troppo del genere o dell’autore. il mio riferimento più grande è forse Pharrell.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
L’unica collaborazione, presente anche nell’album, è con il nostro amico Riccardo Magoni. Riccardo è un produttore e compositore della nostra età che ha studiato con Giacomo, nonché nostro coinquilino. Nella canzone “Milano”, nata nell’ultima settimana di convivenza, abbiamo voluto che partecipasse attivamente scrivendo e cantando i sieme a noi.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
La sincerità, nulla di artificioso e preconfezionato. Speriamo che alle persone piaccia quello che facciamo perché è ciò che siamo e di conseguenza vorrebbe dire che non siamo poi così male come persone.
La nostra figura di artisti è ciò che ci può avvicinare di più all’accettazione di noi stessi. Se qualcuno, sentendo la nostra musica, si dovesse sentire più vicino a sé, se riuscisse a comprendersi un po’ meglio, allora il nostro lavoro non sarà servito solo a noi.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Domanda interessante ma alla quale purtroppo non possiamo rispondere in modo esaustivo data la recentissima nascita del nostro progetto, anche singolarmente non abbiamo esperienze degne di nota e le passate pubblicazioni sono per lo più “giochi” musicali.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Da giovani esordienti è sempre delicato come pensiero, non abbiamo un vero e proprio parere perché siamo entrambi persone che rispettano totalmente il parere di tutti. Pensiamo che la musica debba fare solo del bene e se le persone scelgono di affidare la loro felicità o la loro tristezza ad un artista allora quest’ultimo è giusto che abbia il suo spazio. Sinceramente non pensiamo molto a chi è sulla scena, ognuno ha il suo modo di esprimersi e di creare, speriamo solo che il nostro mondo possa un giorno avere il suo spazio.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
“mosaici” è il nostro primo brano in assoluto, ne seguiranno degli altri che definiranno meglio ciò che facciamo. Continuate a seguirci che potremmo stupirvi!
Quali sono i vostri programmi futuri?
In programma abbiamo solo tanto lavoro, la passione non basta. Abbiamo bisogno di crescere e di sperimentare, vogliamo fare tutto ciò che è necessario per essere artisti completi e degni di essere ascoltati.