Straordinaria intervista oggi alla band On The Moon, formazione poliedrica che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro La stanza di Elena, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista alla band On The Moon, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere dei componenti, la formazione On The Moon si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto alla band On The Moon!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
La musica ha sempre fatto parte della nostra vita, fin da bambini. Luca ha iniziato a suonare il basso all’età di 9 anni dopo aver visto un video dei Red Hot Chili Peppers su MTV, mentre Luna ha iniziato a suonare più tardi, ma ha sempre trovato nella musica un rifugio sicuro, che poi si è evoluto nel suonare la batteria e le percussioni. È difficile per entrambi isolare il momento in cui è nata la passione per la musica, è qualcosa che fa parte di noi da sempre.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è On The Moon e?
È un progetto formato da due persone che mostrano ciò che hanno nella testa senza troppi filtri.
In passato abbiamo avuto la fortuna di lavorare con delle produzioni che pur dandoci consigli utili e preziosi ci hanno sempre lasciato carta bianca sulla nostra musica, cosa di cui difficilmente potremmo fare a meno anche in futuro.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di La stanza di Elena?
In questo caso particolare la musica è arrivata prima del testo, ma non esiste un processo “standard”.
Nel senso che, anche se l’argomento di cui si parlerà è chiaro fin dall’inizio, può essere che il testo tardi ad arrivare per questioni di scelta delle parole o dei concetti da esprimere.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Per la Stanza di Elena abbiamo girato il videoclip con Giovanni Maresca alla regia. E’ stata un’esperienza stupenda, che riflette nella qualità delle riprese e nella scelta delle inquadrature la passione che entrambe le parti hanno messo nel progetto. Il messaggio della canzone è stato perfettamente tradotto dalle immagini, anche grazie alla protagonista: Rachele Qualla, che ha reso le emozioni del testo alla perfezione con la sua interpretazione.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
La stanza di Elena è contenuto in un Double A-Side dal titolo Zero, che comprende anche un’altro singolo intitolato Ansia. Abbiamo preferito questo formato rispetto all’album per permetterci di dare il giusto risalto ad entrambe le canzoni.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
La band ha subito molti cambiamenti rispetto all’esordio: siamo passati da una classica formazione a 4 elementi, ad un trio ed infine ad un power duo, cambiando genere musicale ed argomenti. Siamo in continua evoluzione per poter esprimere quello che sentiamo al meglio ricercando sonorità sempre nuove, e ovviamente questo richiede un percorso di ricerca che porta sempre a volerci spingere avanti.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Siamo due persone con gusti musicali molto ampi e vari, che trovano però molti punti in comune. Sicuramente fra le maggiori influenze della band possiamo indicare Subsonica, Bluvertigo e Depeche Mode, ma ci ispiriamo anche a band come Royal Blood e Tre Allegri Ragazzi Morti.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Per questi brani abbiamo registrato per la prima volta nel Ram recording Studio di Marco Marinato, che già in passato aveva collaborato con noi come fonico durante i nostri live.
Ci siamo trovati molto bene ed abbiamo deciso di affidargli anche queste registrazioni, lavorare con lui è stato molto utile sotto ogni punto di vista.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
I nostri brani parlano principalmente di esperienze vissute direttamente da noi, o da chi ci sta intorno. Ci facciamo ispirare da persone o da singoli eventi, che poi cerchiamo di elaborare e ritrasmettere attraverso la nostra musica.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Nel 2022 è uscito il nostro primo album dal titolo “Siete Tutti delle Belle Persone”, che contiene la maggior parte delle canzoni che suoniamo dal vivo, insieme ad altri singoli usciti separatamente. Il nostro calendario live è in continuo aggiornamento, ma abbiamo aperto a molti artisti importanti per la scena musicale italiana come Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo, Pierpaolo Capovilla e Nicola Manzan, Cristiano Godano, Gigi Cavalli Cocchi e molti altri.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Al contrario di quello che si può pensare, seguiamo molto la scena musicale italiana. Sicuramente se potessimo migliorare qualcosa ci piacerebbe vedere un’apertura nei confronti delle band indipendenti, perché oggi è davvero difficile iniziare da zero, anche solo per avere più considerazione della gente quando non sei “nessuno”.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Siete Tutti delle Belle Persone, che dà il titolo al nostro album è sicuramente una delle più rappresentative, sia per le sonorità che per il messaggio del testo.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa state lavorando?
Per il momento ci stiamo concentrando sui live a promozione della nuova release, ma allo stesso tempo stiamo anche scrivendo del nuovo materiale da far uscire dopo l’estate.