Mr. Dailom torna con un nuovo brano dalle tipiche sonorità reggaeton e influenze trap. “Flambè”, questo il titolo del singolo, segna l’inizio della collaborazione con Gotham Dischi, per quanto riguarda l’etichetta discografica, e Universal Music Italia, per la distribuzione. La passione dell’artista per il Sudamerica viene qui rinnovata, infatti continua la tendenza stilistica che si trova nei due singoli precedenti, “Lolita” e “Bad Boy”. La musica viene completata dal videoclip, affidato al regista Fabrizio Brian Ferrero, che sottolinea il concept del testo; oltre a scene di street playback, le immagini mostrano Dailom intento a bruciare una rosa, simbolo di passione e di rabbia, con un’attitudine aggressiva rivolta proprio al contesto rap che sembra non tollelare. Dopo l’anteprima esclusiva su Sky Tg24, il video è stato pubblicato online nel canale ufficiale dell’artista. Abbiamo fatto quattro chiacchere con Mr. Dailom per approfondire meglio il nuovo lavoro e il suo progetto artistico…
Da dove arriva l’ispirazione per “Flambè”?
Flambè nasce dalla voglia parlare di un sentimento del quale non ho mai parlato fino ad oggi, quello della gelosia. Il brano, in realtà, ha due scopi: indubbiamente uno è quello di ridicolizzare l’ambiente rap attuale, il secondo è uno sfogo verso chi ha cercato di portarsi via qualcosa, penso ad ex colleghi, editori disonesti, e beatmaker da strapazzo. “Guai chi me la tocca la mia senorita” è un chiaro riferimento alla mia musica! Rispetto ai singoli precedenti questo brano arriva come una bomba, infatti è un singolo che anticipa il mio terzo album.
Cosa vuoi trasmettere attraverso il videoclip?
Sia il video che il brano hanno un carattere molto street, sono incentrati su di me, infatti non ho voluto raccontare una storia, ma essere molto diretto nella comunicazione tramite le immagini.
Colori come il giallo e il rosso sono parte integrante del mio progetto ormai, vorrei entrassero nell’immaginario dell’ascoltatore tipo, come “i miei colori”, anche a scopo comunicativo, per trasmettere la carica latina della mia musica. La scena in cui sono intento a bruciare una rosa rossa simboleggia in parte la gelosia, ma anche la passione che metto nella mia arte, appunto come passione bruciante.
Parlaci del nuovo album! Qualche anticipazione?
E’ un album che rappresenta una nuova fase della vita, alla ricerca di una maggiore leggerezza. Credo che la “visione negativa” dell’album precedente non mi rappresenti, non sono più un ragazzo arrabbiato, ma innamorato della vita, per questo motivo ho cercato vibrazioni diverse, più positive, anche grazie alla mia passione nei confronti della musica sudamericana e per le danze caraibiche. Ho fatto parecchi ascolti di dischi di ogni genere e ho capito che amo la musica che mi diverte, che racconta con leggerezza e raffinatezza, al fine dell’intrattenimento.
Quale è la tua idea sulla musica oggi in Italia?
Il rap ha, secondo me, raggiunto il suo punto di saturazione; personalmente non mi piace la wave attuale del rapper criminale, l’uso delle armi e il mondo della gang, non è un qualcosa che mi appartiene e penso che si stia sfiorando il ridicolo. Ad esempio vedo rapper che giustificano i loro atti dando la colpa al contesto nel quale sono cresciuti, alla loro provenienza o addirittura che incolpano lo stato: sono cavolate. E’ questione di scelte, conosco tante persone che hanno vissuto in mezzo alla strada, ma hanno cambiato la loro vita, rimboccandosi le maniche e virando per strade diverse.
Progetti attuali e futuri?
Come detto arriverà il mio terzo album, ma ho un’idea per il futuro di creare un gruppo di artisti con i miei stessi gusti in fatto di musica, il nome ce l’ho già: “Mamb8 Italiano”. Mi piacerebbe creare una scena dalle sonorità tropicali e realizzare delle connessioni in tutta Italia.
Ph Chiara Sardelli