Straordinaria e interessante intervista oggi a Stefano Bertozzi, artista poliedrico che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Rise & Shine, condividiamo con piacere l’intervista a Stefano Bertozzi, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Stefano Bertozzi si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con AbacusWeb, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Stefano Bertozzi!
Com’è nata tua la passione per la musica?
È nata come più come un’esigenza di libertà e serenità. La musica mi dava sicurezza e svuotava la mia mente dai pensieri meno edificanti e più cupi. La passione è subentrata con la consapevolezza degli anni e si è trasformata in un hobby che curo con metodo.
Cosa significa e com’è nato il nome Stefano Bertozzi e il suo personaggio, il suo sound?
Stefano Bertozzi è il mio vero nome. Essendo un hobby, non ho bisogno di usare pseudonimi o nomi artistici. Dubito di essere un personaggio o di avere un profilo pubblico. Sono un cittadino italiano che ama curare i suoi due hobbies : la musica e la lettura. Il sound è il risultato di numerosissime influenze musicali che partono dall’opera e musica classica (quasi sempre ascoltata in famiglia) ai cantautori italiani ed artisti internazionali. Forse è uno stile che mescola il British pop con le inflessioni melodiche italiane.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Rise & Shine?
Degli oltre 60 brani che ho scritto e musicato, nessuno ha seguito lo stesso tragitto di produzione. A volte mi veniva in testa una melodia, altre il testo. In alcune occasioni ancora sono partito dal riff o dal ritornello. Non ho un metodo. Scrivo quando avverto che ho qualcosa da dire o trasmettere. Anche qui esiste una dicotomia. La mia parte razionale ha sviluppato testi più impegnati, cioè più attinenti alle problematiche attuali e spinose quali la crescente disuguaglianza fra le classi sociali, il dramma della disoccupazione e la protezione del nostro pianeta. La mia parte irrazionale dove sono accudite le emozioni e sentimenti ha sprigionato brani più allegri e spensierati, fra cui Lazy is nice, Vacanze e, più recentemente, con il Sole. Rise & Shine è figlia della mia parte razionale. Si tratta di un testo che ho scritto con la testa e con la volontà di trasmettere un messaggio : ritrova la tua forza, la tua progettualità, credi nelle tue capacità e competenze e plasma il tuo futuro. Scegli la formazione ed il sacrificio e non ascoltare le mendaci sirene che ti consigliano il guadagno facile ed il successo immediato (sebbene effimero).
E com’è nato il videoclip?
Il video (https://youtu.be/doCgSXwVWXU)) è nato come un accessorio che, ancora oggi, non ritengo del tutto essenziale. A mio trascurabile giudizio, reputo che la musica debba essere ascoltata con le cuffie dedicando il tempo e l‘attenzione necessari per godersi l’interpretazione. In ogni caso, ho dovuto soccombere a questa necessità dettata dal XXI secolo. L’unico mio pensiero è stato quello di realizzare un video che rafforzasse il messaggio contenuto nel brano fornendo cosi una trasposizione figurativa.
È prevista l’uscita di un disco?
No, Rise & Shine è un messaggio secco e diretto e come tale non ha bisogno di essere inserito in un quadro più ampio di un EP o un album. Inoltre gli album richiedono troppo tempo ed energie e, in questo momento storico, è meglio essere meno ambiziosi.
Cos’è per te l’arte, la musica?
Siamo nel campo della creatività e delle arti. Quindi è una forma artistica in cui riesco ad esprimere i miei pensieri, le mie emozioni ed i miei sentimenti. Si tratta di uno strumento espressivo che ha la forza di emozionare e di far riflettere.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Numerose. Cantautori italiani, artisti internazionali, musica jazz, blues, musica classica e opera. Tendo ad ascoltare tutto pur sapendo di correre dei rischi.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Lavoro da anni con il London Mixing Studio sapientemente diretto da Francis Gorini. Ho un gruppo di musicisti inglesi con cui collaboro per la realizzazione dei miei dischi che produco interamente. La distribuzione, invece, è affidata alla PMS che è diretta con grandi capacità e professionalità da Raffaele Montanari. In altre parole, spazio fra il Regno Unito e il nostro amato paese. Sono stato molto fortunato. Lavoro con veri professionisti mentre io sono un mero “cultore” della materia.
E la collaborazione con AbacusWeb nel lavoro in promozione?
Rita Biganzoli è strepitosa. Difficilmente si incontrano professionalità che nutrono amore e gioia per il loro lavoro. Penso di avere racchiuso il mio pensiero.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Quando avverto il desiderio di esprimere una riflessione o un’emozione che ho raccolto o mi è stata regalata, allora penso che la musica potrà dare incisività alla mia idea. Non essendo il mio lavoro, non ho una scaletta o precisi obblighi discografici.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho già pubblicato quasi 50 brani. Facevo pochi live prima dell’avvento del Covid e quindi non sono stato penalizzato. Concorsi quasi mai. Non è questa la mia ambizione. Mai fatto un concerto. Temo che sia troppo faticoso ed impegnativo, anche in termini di tempo richiesto per la sua preparazione.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Ho un mio pensiero ma preferisco non esprimerlo. Non voglio correre Il rischio che venga mal interpretato o strumentalizzato.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Dare consigli non richiesti, è un’arte che non mi appartiene. Posso fornire una chiave di lettura. Se identificate un titolo “leggero” come Vacanze, Malaga oppure Friends & Party, allora troverete svago e spensieratezza. Se leggete un titolo “impegnativo” fra cui Help me tonight, Hold me tight o Inequality, allora vi siete diretti verso la zona “riflessione”.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Non bene. La mancanza di socialità, le fessure nella società civile, la deflagrante incertezza ed il disagio giovanile sono tratti che mi preoccupano ed interrogano.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Direi che in cucina ci sono due piatti. Il primo verrà servito verso la primavera 2022, mentre il secondo potrebbe aprire il 2023.