Straordinaria e interessante intervista oggi alla band Stay, formazione poliedrica che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Il Fallimento del Sistema, condividiamo con piacere l’intervista alla band Stay, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione Stay ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con SorryMom, , le esperienze, come A New Road, Under The Christmas Tree e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Stay!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
Per ognuno di noi c’è una storia diversa. Posso raccontarti la mia. Avevo 15 anni quando ebbi lo slancio di prendere la prima chitarra elettrica… ma non era il primo strumento in cui mi ero imbattuto, fin da piccolo sono stato spesso circondato dalla musica, mio padre suonava, e mia madre era una grande ascoltatrice dell’hard rock degli 80s, da piccolino ho studiato canto e suonavo la tastiera. Mentre nell’adolescenza, decisi, ispirato da mostri sacri come Malmsteen, Norum, Murray, di diventare chitarrista e iniziai subito con l’elettrica, senza passare da classica o acustica. Dopo qualche anno conobbi i COB, e grazie ad Alexi unì il canto alla chitarra… non ricordo di aver suonato in un solo gruppo come solo chitarrista.
Usa tre aggettivi (e perchè) per descrivere “Stay” e…
Liberi: Vogliamo essere liberi di esprimere qualsiasi cosa ci passi per la testa, senza alcun vincolo al politically correct.
Divertenti: Notabile per chi ci ha visti nei live il divertimento che vogliamo trasmettere, perché in fondo la musica è esprimersi, ma anche divertirsi. Ricordo di un concerto… che si spese più di bar che di compenso… ahahahah!
Umili: Questo è quello che ci hanno sempre detto tutti quelli con cui abbiamo avuto a che fare, gestori di locali e non, e ci ha sempre fatto un gran piacere.
A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per Il Fallimento del Sistema?
“Il Fallimento del Sistema”, in originale “System Failure”, perché comunque la prima versione, che ascolterete prossimamente, è nata in inglese. Ricordo che era un periodo che non ne potevo più del governo, che non ne potevo più di potenti che giocano a scacchi con le vite, senza tanti fronzoli, durante l’epidemia è uscito ancora più schifo di prima… ed è qui che è nata la canzone… stavo giocando anche a CyberPunk 2077 e forse un Johnny Silverhand potrebbe avermi dato una mano. Poi la canzone si è evoluta in sala con tutti gli altri… ma il testo, tagliente e senza censura è rimasto intoccato.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Ci mancherebbe! Il video lo potete vedere su YouTube, è un video diverso dal nostro stile, ma ne siamo soddisfatti, dovevamo cambiare un po’ e Carlos Reyes Vergara ha fatto grandi cose per questo video, diretto proprio come la canzone… e in stile Stay non mancano gli easter egg presenti in ogni nostro video.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Esattamente, questo è il primo singolo estratto del successore di “A New Road”, e presto sentirete anche “System Failure” che è la versione estesa e internazione del “Fallimento del Sistema”.
Cos’è per voi l’arte, la musica?
Parlo per me, l’arte e quindi anche la musica, è ormai una delle poche forme di libertà rimaste dove il bavaglio non avrà possibilità di silenziare nessuno. Siamo in anni difficili dove ogni singola espressione può esser vista come denigrante nei confronti di qualcuno, e questo limita il libero pensiero, davvero, delle volte non si sa più come parlare di un qualsiasi argomento che si rischia di essere fraintesi e messi alla gogna per un’incomprensione . Fortunatamente, la musica non ha questi vincoli.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Tutta la scena rock della sunset strip di quei magici anni 80, ma c’è tanta influenza anche scandinava, Europe, Reckless Love… e anche se solo per orecchie ben allenate, i COB.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Ormai lavoriamo da sempre con il nostro produttore Enrico Pedrini degli EP Creations Audio Recording di Bologna, che fin dall’inizio ci ha sempre dato man forte e continua a farlo, evolvendosi ad ogni nuova traccia…
Abbiamo avuto la modella Dani Divine come testimonial del nostro primo singolo “Ginevra” e anche per tutto il materiale promozionale di “A New Road”… chissà che in futuro non si riveda negli Stay?
E poi chissà, magari ci sarà un’ospitata nel nuovo album.
E le collaborazioni con SorryMom nel lavoro in promozione?
Siamo ormai con Sorry da due anni, e ci riteniamo molto soddisfatti, sono dei bravi ragazzi, e si impegnano in quello che fanno.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Domanda difficile. Essere chi si vuole, non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, non dare nulla per scontato, dare fiducia solo a chi se lo merita, avere fede e lottare per ottenere quello che si desidera! Penso che questo sia quello che nei miei testi cerco sempre di trasmettere.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di live, concerti e lavori come A New Road e Under The Christmas Tree?
Quanto ci mancano, ci divertivamo parecchio… ma la pandemia ha fermato il culmine del tour di “A New Road”, relegando “Under The Christmas Tree” ad un solo live in sala… come altri anche noi abbiamo dovuto gettarci sul live in streaming, ma non è la stessa cosa, per nulla. Ma ci rifaremo, la pandemia ha i giorni contati e presto torneremo a spaccare sul palco! Mentre per i nostri lavori in studio, ne siamo soddisfatti, è vero che non abbiamo potuto finire il tour di “A New Road”, ma ci ha dato e continua a darci tante soddisfazioni. Mentre il nostro singolo natalizio, è stato per noi una gioia, non ci aspettavamo un’accoglienza simile… e ve lo anticipo… il Natale degli Stay non è finito, va a finire che ci etichetteranno come quelli che escono a Natale… ahahahahahah! Anche se questa frase mi ricorda un certo Michael…
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Molto contento per i Maneskin, ci abbiamo visti tutti una svolta per forse un riscatto del rock, speriamo. Perché detta sinceramente, l’Italia è troppa stereotipata nell’ascolto di quello che gli viene imposto, parlo del mainstream ovviamente. E i ragazzini delle nuove generazioni vengono troppo influenzati dai media, o da personaggi che con la musica non c’entrano nulla… se prendiamo ad esempio anche le trasmissioni per i più giovani, raramente si sente del rock, per lo più rap, trap, e melodico… e qui i media sbagliano, i Maneskin ne sono l’esempio.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Tutti! Ogni canzone è un viaggio che vuole accompagnare verso una meta, una storia da ascoltare e comprendere. Ascoltate tutto “A New Road” e anche il nostro singolo natalizio “Under The Christmas Tree”
Come state vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Male, malissimo… è stato tutto gestito male, in Italia ancor peggio di altre nazioni. Hanno lasciato e continuano a lasciar morire troppe persone che potevano e possono essere salvate… hanno in passato fatto disastri epocali sulla gestione del piano di emergenza… è stato tutto sbagliato, il ministro della salute che si mette a scrivere un libro ritirato pochi giorni prima dell’uscita perché la pandemia non era sparita, gente che spende oltre 100 milioni di euro in banchi con rotelle… il commissario straordinario, quello vecchio… lasciamo perdere, un disastro, un puro disastro che è presente nel nostro video, non c’era verso di far peggio dell’Italia per questa gestione.
Progetti a breve e lungo termine?
Presto uscirà la versione estesa e internazionale de “Il Fallimento del Sistema” che si chiamerà “System Failure”, verrà accompagnata anche da un altro videoclip, un lyrics video… come accennato prima siamo al lavoro sul nuovo album, quello che vi posso dire è… STAY TUNED!