Diamo oggi il benvenuto a Marco Feliciani, also-known-as Mani, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Non cresciamo mai, leggiamo con curiosità l’intervista a Mani, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Mani si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con ConzaPress, Godot, NuFabric, le esperienze, come SOM, NAM, Pesce Rosso e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Mani!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Mio padre mi ha avvicinato alla musica. Ho iniziato nel suo vecchio furgone bianco, lo accompagnavo spesso a lavoro quando ero piccolino e durante i tragitti cantavano a squarciagola con la radio a tutto volume. Mi ha cresciuto con Lucio Dalla, De Gregori e Liguabue in sottofondo. Era tutto spontaneo, quasi per gioco e poi ho continuato. Mi ha spronato a fare lezioni di musica e ho iniziato a scrivere le mie canzoni.
Com’è nato “Mani” e il suo personaggio, il suo sound?
Mani è nato in una notte di settembre dentro ad una piccola casa in affitto di Milano con il tremolio dei tram. Ho iniziato a scrivere per necessità ed è uscita “Pesce Rosso”, la mia prima canzone come Mani. Non c’è nessun personaggio, nonostante un nome d’arte sono sempre e comunque io: timido, semplice e malinconico. Con un sound gentile che sottolinea la mia personalità.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Non cresciamo mai?
Giacomo Pratelli (Godot.) mi ha contattato per caso su Instagram per fare un featuring intitolato “I sogni degli altri”. A Febbraio poi ci siamo conosciuti per registrare il pezzo e tra una sessione in studio e un’altra è nata “Non cresciamo mai”. Giacomo, poi, mi regalò questa canzone per il mio compleanno, ricordando in particolare una chiacchierata fatta di notte in balcone dopo svariate sigarette. È stato il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. Poi l’ho arrangiato con Ludovico Bartolozzi e Stefano Luciani alla NuFabric.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Sì, il videoclip è stato registrato da Letizia Castellano a Milano e Giacomo ha preso la parte del protagonista per raccontare questa storia al meglio. Il video uscirà lunedì 24 Maggio.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Ho iniziato a studiare canto in una piccola scuola della mia città di provincia, inseguito mi sono diplomato al Liceo Musicale di Ancona. Ho continuato gli studi prima al SOM di Prato e dopo al NAM di Milano. Ho partecipato a diverse Master con Luca Pitteri, Paola Folli, Alejandro Martínez, Fussi e Bungaro. Non ho mai smesso di studiare, infatti sto continuando a farlo con Isabella Celentano. Ci vuole passione, dedizione, portamento e anche tanta disciplina.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Mio padre mi ha cresciuto con il vecchio e buon cantautorato italiano, da De André a Vasco Rossi. Con gli anni poi mi sono avvicinato alla musica di Damien Rice e Mumford & Sons. Invece, ultimamente ascolto Margherita Vicario e Dile.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
La mia prima collaborazione è stata proprio con Godot. con “I sogni degli altri” che uscirà l’11 Giugno. Nel futuro ce ne saranno sicuramente altre…
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Racconto le mie storie, e di pochi altri, tramite la musica ed è il mio unico modo per comunicare. Cerco di essere aperto ed utilizzare le giuste parole con delle sonorità semplici. Parlo d’amore, di legami e di difficoltà sociali ed introspettive. Lo faccio come lo farebbe tutti gli altri, ma solamente con parole diverse.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che sia sicuramente più libera e vasta di scelte, senza dare spazio solo ai soliti 10 nomi triti e ritriti. Purtroppo vedo più prodotti che progetti ed, a mio parere, questo è un aspetto negativo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Sono in fissa con un brano di Margherita Vicario: “Troppi Preti Troppe Suore”. La consiglio vivamente con le restanti canzoni del nuovo disco “Bingo”.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
A causa del covid sono rientrato nelle Marche e mi sono iscritto all’università. Non è stato un bel periodo, l’ho vissuto davvero male e spero, come tutti, di ritornare a vivere liberamente.
Progetti a breve e lungo termine?
Questa estate sarà piena di uscite che presenteranno il mio primo disco d’esordio e, restrizioni permettendo, stiamo organizzando qualche concerto.